BALOTELLI - 5,80
HIGUAIN - 6,10
TEVEZ - 8,50
GOMEZ - 9,25
HAMSIK - 9,50
G.ROSSI - 11,00
DI NATALE - 15,00
PALACIO - 18,00
EL SHAARAWY - 25,00
MILITO - 32,00
KLOSE - 35,00
LLORENTE - 40,00
CALLEJON - 55,00
PAULINHO - 60,00
MURIEL - 80,00
TONI - 250,00
Visualizzazioni
22 settembre 2013
Quote vincente Scudetto Serie A 2013/14 - aggiornamenti
JUVENTUS - 1,80
NAPOLI - 3,20
INTER - 15,00
MILAN - 16,00
ROMA - 20,00
FIORENTINA - 25,00
LAZIO - 150,00
17 settembre 2013
ULTRAS - Curve terza giornata
SETTORE OSPITI - MILAN |
CURVA NORD - INTER |
GRADINATA NORD - SAMPDORIA |
GRADINATA SUD - GENOA |
CURVA NORD - PARMA |
IL PAGELLONE - Terza giornata
10 - Roma & Napoli - Tre vittorie su tre, tre vittorie schiaccianti, senza storia. Dal Napoli se lo si poteva aspettare, ma la Roma è una vera sorpresa: rispetto all'anno scorso è cambiata radicalmente, complimenti a Rudi Garcia.
9 - Inter - Ci si poteva aspettare una partita-assedio della Juve, con l'Inter tutta dietro la linea del pallone per sfruttare le ripartenze, e invece no. L'Inter se l'è giocata alla pari ed è anche andata più volte vicina al vantaggio anche dopo il gol di Icardi.
8 - Genoa - Che vittoria! Trionfale 0-3 nel Derby della Lanterna, dominato dall'inizio alla fine. Ci voleva un po' di aria fresca dalle parti del Grifone, soprattutto per l'allenatore Liverani, che pareva già in bilico.
7 - Livorno - Neo-promossa, ma già alla seconda vittoria di fila, contro un Catania che non ha nulla a che vedere con quello dell'anno scorso...
6 - Bologna - Un buon pareggio sul difficilissimo campo di Udine, conquistato con una fantastica punizione di Diamanti. Secondo pareggio di fila, ora serve una vittoria.
5 - Milan - Pareggio fortunoso contro il Torino che meritava largamente la vittoria. Altre note negative sono gli infortuni di Kakà ed El Shaarawy, non un buon inizio di stagione per il Milan.
4 - Catania - Squadra irriconoscibile, privata dei migliori talenti come Alejandro Gomez o Francesco Lodi che l'anno scorso avevano fatto sognare in grande una piazza medio-piccola come Catania. Terza sconfitta in tre partite, serve una scossa.
3 - Sampdoria - Distrutta dal Genoa, in un Derby della sofferenza. In tre partite non ha ancora vinto, cosa c'è che non va in casa Samp?
9 - Inter - Ci si poteva aspettare una partita-assedio della Juve, con l'Inter tutta dietro la linea del pallone per sfruttare le ripartenze, e invece no. L'Inter se l'è giocata alla pari ed è anche andata più volte vicina al vantaggio anche dopo il gol di Icardi.
8 - Genoa - Che vittoria! Trionfale 0-3 nel Derby della Lanterna, dominato dall'inizio alla fine. Ci voleva un po' di aria fresca dalle parti del Grifone, soprattutto per l'allenatore Liverani, che pareva già in bilico.
7 - Livorno - Neo-promossa, ma già alla seconda vittoria di fila, contro un Catania che non ha nulla a che vedere con quello dell'anno scorso...
6 - Bologna - Un buon pareggio sul difficilissimo campo di Udine, conquistato con una fantastica punizione di Diamanti. Secondo pareggio di fila, ora serve una vittoria.
5 - Milan - Pareggio fortunoso contro il Torino che meritava largamente la vittoria. Altre note negative sono gli infortuni di Kakà ed El Shaarawy, non un buon inizio di stagione per il Milan.
4 - Catania - Squadra irriconoscibile, privata dei migliori talenti come Alejandro Gomez o Francesco Lodi che l'anno scorso avevano fatto sognare in grande una piazza medio-piccola come Catania. Terza sconfitta in tre partite, serve una scossa.
3 - Sampdoria - Distrutta dal Genoa, in un Derby della sofferenza. In tre partite non ha ancora vinto, cosa c'è che non va in casa Samp?
GIUDICE SPORTIVO - Chiusa anche la curva dell'Inter
Obbligo di disputare una gara con il settore dello stadio denominato “secondo anello verde” privo
di spettatori ed ammenda di € 15.000,00 : alla Soc. INTERNAZIONALE per avere alcuni suoi
sostenitori, collocati nel settore dello stadio “secondo anello della curva nord” , rivolto a due
calciatori della squadra avversaria , al 15° del primo tempo, al 10° ed al 15° del secondo tempo,
grida e cori espressivi di discriminazione razziale (artt. 11, n, 3, e 18, comma 1 lettera e CGS);
per avere, inoltre, suoi sostenitori, nel corso della gara, indirizzato reiteratamente un fascio di
luce-laser verso l’Arbitro ed in calciatori della squadra avversaria, nonostante l’invito
ripetutamente radio-diffuso a desistere da tale riprovevole comportamento (art. 14 commi 1 e 2
CGS; sanzione attenuata ex art. 13, comma 1, lettere b) ed e) CGS; per avere la Società
concretamene cooperato con le Forze dell’ordine a fini preventivi e di vigilanza); per avere
infine suoi sostenitori , nel corso dell’intervallo, esposto uno striscione dal contenuto insultante
nei confronti dell’allenatore della squadra avversaria (art 12, numero 3 CGS; sanzione attenuata
ex art. 13, comma 1, lettere b) ed e) CGS; per avere la Società concretamene cooperato con le
Forze dell’ordine a fini preventivi e di vigilanza).
Ammenda di € 6.000,00 : alla Soc. NAPOLI a titolo di responsabilità oggettiva, per aver
ingiustificatamente ritardato l'inizio della gara di circa cinque minuti; per avere, inoltre, suoi
sostenitori, al 25° del secondo tempo, fatto esplodere un petardo nel recinto di giuoco; entità della
sanzione attenuata ex art. 14 comma 5 in relazione all'art. 13 comma 1 lettere a) e b) CGS, per
avere la Società concretamente operato con le Forze dell'ordine a fini preventivi e di vigilanza.
Ammenda di € 4.000,00 : alla Soc. LAZIO per avere suoi sostenitori, nel corso della gara, nel
proprio settore, acceso numerosi fumogeni e fatto esplodere alcuni petardi; sanzione attenuata ex
art. 13, comma 1 lettera b) e e) CGS, per avere la Società concretamente operato con le Forze
dell'ordine a fini preventivi e di vigilanza.
Ammenda di € 4.000,00 : alla Soc. PARMA per avere suoi sostenitori, nel corso della gara, nel
proprio settore, acceso alcuni fumogeni; sanzione attenuata ex art. 13, comma 1 lettera b) e e)
CGS, per avere la Società concretamente operato con le Forze dell'ordine a fini preventivi e di
vigilanza.
Ammenda di € 4.000,00 : alla Soc. TORINO per avere suoi sostenitori, nel corso della gara,
lanciato un bengala nel recinto di giuoco; entità della sanzione attenuata ex art. 14 comma 5 in
relazione all'art. 13 comma 1 lettere a) e b) CGS, per avere la Società concretamente operato con
le Forze dell'ordine a fini preventivi e di vigilanza.
di spettatori ed ammenda di € 15.000,00 : alla Soc. INTERNAZIONALE per avere alcuni suoi
sostenitori, collocati nel settore dello stadio “secondo anello della curva nord” , rivolto a due
calciatori della squadra avversaria , al 15° del primo tempo, al 10° ed al 15° del secondo tempo,
grida e cori espressivi di discriminazione razziale (artt. 11, n, 3, e 18, comma 1 lettera e CGS);
per avere, inoltre, suoi sostenitori, nel corso della gara, indirizzato reiteratamente un fascio di
luce-laser verso l’Arbitro ed in calciatori della squadra avversaria, nonostante l’invito
ripetutamente radio-diffuso a desistere da tale riprovevole comportamento (art. 14 commi 1 e 2
CGS; sanzione attenuata ex art. 13, comma 1, lettere b) ed e) CGS; per avere la Società
concretamene cooperato con le Forze dell’ordine a fini preventivi e di vigilanza); per avere
infine suoi sostenitori , nel corso dell’intervallo, esposto uno striscione dal contenuto insultante
nei confronti dell’allenatore della squadra avversaria (art 12, numero 3 CGS; sanzione attenuata
ex art. 13, comma 1, lettere b) ed e) CGS; per avere la Società concretamene cooperato con le
Forze dell’ordine a fini preventivi e di vigilanza).
Ammenda di € 6.000,00 : alla Soc. NAPOLI a titolo di responsabilità oggettiva, per aver
ingiustificatamente ritardato l'inizio della gara di circa cinque minuti; per avere, inoltre, suoi
sostenitori, al 25° del secondo tempo, fatto esplodere un petardo nel recinto di giuoco; entità della
sanzione attenuata ex art. 14 comma 5 in relazione all'art. 13 comma 1 lettere a) e b) CGS, per
avere la Società concretamente operato con le Forze dell'ordine a fini preventivi e di vigilanza.
Ammenda di € 4.000,00 : alla Soc. LAZIO per avere suoi sostenitori, nel corso della gara, nel
proprio settore, acceso numerosi fumogeni e fatto esplodere alcuni petardi; sanzione attenuata ex
art. 13, comma 1 lettera b) e e) CGS, per avere la Società concretamente operato con le Forze
dell'ordine a fini preventivi e di vigilanza.
Ammenda di € 4.000,00 : alla Soc. PARMA per avere suoi sostenitori, nel corso della gara, nel
proprio settore, acceso alcuni fumogeni; sanzione attenuata ex art. 13, comma 1 lettera b) e e)
CGS, per avere la Società concretamente operato con le Forze dell'ordine a fini preventivi e di
vigilanza.
Ammenda di € 4.000,00 : alla Soc. TORINO per avere suoi sostenitori, nel corso della gara,
lanciato un bengala nel recinto di giuoco; entità della sanzione attenuata ex art. 14 comma 5 in
relazione all'art. 13 comma 1 lettere a) e b) CGS, per avere la Società concretamente operato con
le Forze dell'ordine a fini preventivi e di vigilanza.
ROMA - Batte anche il Parma e vola e in testa
La Roma si conferma micidiale nella ripresa e, dopo Livorno e Verona, stende in rimonta anche il Parma raggiungendo il Napoli in vetta alla classifica. Un successo importante che dà, probabilmente, nuove prospettive ai giallorossi, soprattutto in chiave Champions. La squadra di Garcia era attesa ad un importante nuovo banco di prova, ha risposto presente con autorevolezza. Ha sofferto, è andata sotto ma ha ribaltato il risultato con irrisoria facilità come solo le grandi sanno fare. Segno che il processo di crescita intrapreso da Garcia è probabilmente quello giusto.
Il Parma ha poco da rimproverarsi. Ha giocato 45' perfetti, ha retto psicologicamente bene l'urto del micidiale uno-due giallorosso in avvio di ripresa, ha sfiorato prima il 2-1 e poi il 2-2 e si è arreso solo nel finale quando Gervinho si è procurato il rigore che ha chiuso i conti. Donadoni dovrà rivedere solo i meccanismi difensivi. Specie sulla tattica del fuorigioco che stasera non ha funzionato ed è risultata deleteria. Magari sarebbe meglio accantonarla, soprattutto quando si decide di giocare a tre dietro.
Garcia ha cambiato una sola pedina nell'undici che ha travolto il Verona preferendo Ljajic a Strootman. Sul fronte opposto, Donadoni ha risposto inserendo Gargano e Marchionni in mezzo al campo al posto di Valdes e Munari. Il Parma ha chiarito fin dalle prime battute di non essere disposto a fare da sparring-parner e ha risposto colpo sul colpo alle iniziative dei giallorossi puntando sulle intuizioni di Cassano, la capacità di far salire la squadra di Amauri e gli spunti di un ispirato Biabiany.
E proprio quest'ultimo è stato l'uomo in più del primo tempo dei ducali, spaventati solo da un paio di conclusioni da lontano da Totti e da un incursione in area di Maicon che non ha trovato malamente la porta da buona posizione. Il francese ha fatto le prove generali mandando alto da ottima posizione un angolo di Cassano, si è rifatto con gli interessi al 39' girando di testa sul primo palo un perfetto cross di Cassani.
La Roma, al contrario di quanto non è avvenuto nelle ultime annate, non si è disunita e, appena rientrata dagli spogliatoi, ha pareggiato col nuovo attaccante di scorta, Florenzi, lanciato in area alla perfezione da Pjanic. Il Parma non si è dato per vinto, ha subito sfiorato il nuovo vantaggio con un sinistro da fuori di Marchionni, deviato involontariamente a fil di palo da Amauri, ma al 70' è stato tradito da Gobbi che ha sbagliato il fuorigioco su un lancio di Strootman e ha consentito a Totti di segnare il 228° gol in giallorosso, 100° lontano dall'Olimpico.
Donadoni ha tentato il tutto per tutto inserendo Okaka e Sansone e proprio l'ex giallorosso ha sfiorato il pari con un destro da fuori, deviato in angolo a fil di palo da Benatia. Più importanti, però, si sono rivelati i cambi di Garcia. Borriello è stato decisivo sul corner susseguente respingendo di testa sulla linea un tiro-cross di Cassano, Gervinho, poco dopo, si è procurato il rigore (fallo di Cassani) che ha permesso a Strootman di realizzare su rigore il primo gol in Italia. La grinta dell'olandese, il migliore in campo, è il volto della fame della nuova Roma. Ora dovrà confermarla nel derby, una partita che i tifosi attendono con ansia dal 26 maggio.
PARMA-ROMA 1-3
Parma (3-5-2): Mirante 6, Cassani 6, Lucarelli 6.5, Felipe 5,5, Biabiany 6.5 (32' st Sansone sv), Gargano 5.5, Marchionni 6.5, Parolo 5.5, Gobbi 5.5 (44' st Mesbah sv), Cassano 6, Amauri 5.5 (24' st Okaka 6). (1 Pavarini, 91 Bajza, 87 Rosi, 28 Benalouane, 24 Munari, 23 Mendes, 30 Acquah, 3 Mesbah, 10 Valdes, 17 Palladino). All.: Donadoni
Roma (4-3-3): De Sanctis 6.5, Maicon 6,5, Benatia 7, Castan 7, Balzaretti 6, Pjanic 6,5, De Rossi 6,5, Strootman 7.5, Florenzi 7 (24' st Marquinho 6), Totti 7 (31' st Borriello 6.5), Ljajic 5,5 (9' st Gervinho 6,5). (28 Skorupski, 3 Dod•, 33 Jedvaj, 29 Burdisso, 18 Caprari, 11 Taddei, 35 Torosidis, 46 Romagnoli, 94 Ricci). All.: Garcia
Arbitro: Guida di Torre Annunziata 6.5
Reti: nel pt 39' Biabiany, nel st 2' Florenzi, 25' Totti, 40' Strootman su rigore
Recupero: 0 e 3'
Ammoniti: Lucarelli e Gargano per gioco scoretto, Cassano per proteste.
Spettatori: 13.232
Note: Le due squadre hanno osservato un minuto di silenzio in ricordo del cestista Matteo Bortolazzi e del campione di motonautica Paolo Zantelli.
Il Parma ha poco da rimproverarsi. Ha giocato 45' perfetti, ha retto psicologicamente bene l'urto del micidiale uno-due giallorosso in avvio di ripresa, ha sfiorato prima il 2-1 e poi il 2-2 e si è arreso solo nel finale quando Gervinho si è procurato il rigore che ha chiuso i conti. Donadoni dovrà rivedere solo i meccanismi difensivi. Specie sulla tattica del fuorigioco che stasera non ha funzionato ed è risultata deleteria. Magari sarebbe meglio accantonarla, soprattutto quando si decide di giocare a tre dietro.
Garcia ha cambiato una sola pedina nell'undici che ha travolto il Verona preferendo Ljajic a Strootman. Sul fronte opposto, Donadoni ha risposto inserendo Gargano e Marchionni in mezzo al campo al posto di Valdes e Munari. Il Parma ha chiarito fin dalle prime battute di non essere disposto a fare da sparring-parner e ha risposto colpo sul colpo alle iniziative dei giallorossi puntando sulle intuizioni di Cassano, la capacità di far salire la squadra di Amauri e gli spunti di un ispirato Biabiany.
E proprio quest'ultimo è stato l'uomo in più del primo tempo dei ducali, spaventati solo da un paio di conclusioni da lontano da Totti e da un incursione in area di Maicon che non ha trovato malamente la porta da buona posizione. Il francese ha fatto le prove generali mandando alto da ottima posizione un angolo di Cassano, si è rifatto con gli interessi al 39' girando di testa sul primo palo un perfetto cross di Cassani.
La Roma, al contrario di quanto non è avvenuto nelle ultime annate, non si è disunita e, appena rientrata dagli spogliatoi, ha pareggiato col nuovo attaccante di scorta, Florenzi, lanciato in area alla perfezione da Pjanic. Il Parma non si è dato per vinto, ha subito sfiorato il nuovo vantaggio con un sinistro da fuori di Marchionni, deviato involontariamente a fil di palo da Amauri, ma al 70' è stato tradito da Gobbi che ha sbagliato il fuorigioco su un lancio di Strootman e ha consentito a Totti di segnare il 228° gol in giallorosso, 100° lontano dall'Olimpico.
Donadoni ha tentato il tutto per tutto inserendo Okaka e Sansone e proprio l'ex giallorosso ha sfiorato il pari con un destro da fuori, deviato in angolo a fil di palo da Benatia. Più importanti, però, si sono rivelati i cambi di Garcia. Borriello è stato decisivo sul corner susseguente respingendo di testa sulla linea un tiro-cross di Cassano, Gervinho, poco dopo, si è procurato il rigore (fallo di Cassani) che ha permesso a Strootman di realizzare su rigore il primo gol in Italia. La grinta dell'olandese, il migliore in campo, è il volto della fame della nuova Roma. Ora dovrà confermarla nel derby, una partita che i tifosi attendono con ansia dal 26 maggio.
PARMA-ROMA 1-3
Parma (3-5-2): Mirante 6, Cassani 6, Lucarelli 6.5, Felipe 5,5, Biabiany 6.5 (32' st Sansone sv), Gargano 5.5, Marchionni 6.5, Parolo 5.5, Gobbi 5.5 (44' st Mesbah sv), Cassano 6, Amauri 5.5 (24' st Okaka 6). (1 Pavarini, 91 Bajza, 87 Rosi, 28 Benalouane, 24 Munari, 23 Mendes, 30 Acquah, 3 Mesbah, 10 Valdes, 17 Palladino). All.: Donadoni
Roma (4-3-3): De Sanctis 6.5, Maicon 6,5, Benatia 7, Castan 7, Balzaretti 6, Pjanic 6,5, De Rossi 6,5, Strootman 7.5, Florenzi 7 (24' st Marquinho 6), Totti 7 (31' st Borriello 6.5), Ljajic 5,5 (9' st Gervinho 6,5). (28 Skorupski, 3 Dod•, 33 Jedvaj, 29 Burdisso, 18 Caprari, 11 Taddei, 35 Torosidis, 46 Romagnoli, 94 Ricci). All.: Garcia
Arbitro: Guida di Torre Annunziata 6.5
Reti: nel pt 39' Biabiany, nel st 2' Florenzi, 25' Totti, 40' Strootman su rigore
Recupero: 0 e 3'
Ammoniti: Lucarelli e Gargano per gioco scoretto, Cassano per proteste.
Spettatori: 13.232
Note: Le due squadre hanno osservato un minuto di silenzio in ricordo del cestista Matteo Bortolazzi e del campione di motonautica Paolo Zantelli.
15 settembre 2013
DERBY DI GENOVA - Sampdoria k.o.
Al gran ballo degli esordienti la festa è genoana a Marassi. Nel giorno del primo derby da allenatore, Liverani trionfa, dando una lezione al maestro Delio Rossi, e con lui firmano una serata da ricordare Antonini e Calaiò , entrambi al primo gol all'esordio in rossoblu. Per l'ex difensore milanista, che non segnava da ben 3 anni e mezzo, una rete dal sapore speciale visto che proprio in blucerchiato aveva esordito in A, 9 anni fa, in una stagione che gli regalò ben poche soddisfazioni (appena 3 presenze).
Alla Samp, invece, è andato tutto storto: ha preso gol subito, non è mai riuscita a rialzarsi e non è stata neppure aiutata dal proprio tecnico che non ha saputo imprimergli la giusta forza di reazione né dal punto di vista tattico tanto meno da quello caratteriale. Per i blucerchiati sarà meglio dimenticare la scoppola in fretta cercando di rimboccarsi le maniche.
Scottato dalla lezione subita dalla Fiorentina, Liverani è corso ai ripari, stravolgendo il suo Genoa. Niente più baldanzoso 4-3-2-1 ma un più accorto 3-5-2 con Gamberini chiamato a garantire un pizzico in più d'esperienza alla difesa, Vrsaliko e Antonini lanciati sulle fasce per rimpiazzare gli indisponibili Sampirisi e Antonelli e Calaiò affiancato a Gilardino per dare più peso all'attacco. Delio Rossi, dal canto suo, ha replicato rilanciando Gastaldello in difesa e dando una maglia in mezzo al campo a Bjarnason, reduce da un'ottima doppia prestazione con l'Islanda.
E proprio uno dei nuovi innesti, Luca Antonini, ha dato subito (9') una chiara svolta alla partita: su un cross dalla destra di Biondini si è avventato da consumato attaccante e con una perfetta girata di destro ha sorpreso Da Costa. Colpita a freddo la Samp ha provato a riordinare le idee ma ha terribilmente faticato a trovare spazi contro un Genoa che ha badato a coprire con attenzione tutti gli spazi. I doriani hanno cercato di affidarsi alle iniziative personali di Eder e Gabbiadini ma i due hanno dovuto scontrarsi con il trio Gamberini-Portanova-Manfredini, determinato a non regalare nulla.
Delio Rossi ha provato a ridare linfa al centrocampo rimpiazzando, in avvio di ripresa, lo spento Bjarnason con Soriano ma dagli spogliatoi è rientrata la stessa Samp del 1° tempo, incapace di imprimere un nuovo ritmo alla sfida. Il Genoa lo ha capito e, alla prima occasione, l'ha di nuovo punita, con una zampata di Calaiò, lesto ad avventarsi su un cross basso di Vrsaliko, lanciato in area con un'invenzione da Gilardino.
Alla Samp è crollato il mondo addosso e Delio Rossi non ha fato nulla per aiutarla. Così, al 65', c'è stata gloria anche per Lodi che ha approfittato di una bella punizione procurata dsl limite dal combattivo Gilardino per realizzare una delle sue solite pennellate. Un gol da favola che ha fato impazzire Liverani che è corso ad abbracciare il suo regista sotto la curva rossoblu, come se per un momento, fosse tornato giocatore. Probabilmente in quel sinistro magico si è rivisto. Ora quel che gli chiedono i tifosi è di fargli rivedere anche nelle prossime giornate lo stesso, determinato Genoa.
SAMPDORIA-GENOA 0-3
Sampdoria (3-5-2): Da Costa 5; Gastaldello 5.5, Palombo 5, Costa 5.5; De Silvestri 5, Bjarnason 5 (1′ st Soriano 5,5), Krstcic 5, Obiang 5.5, Regini 5 (21′ st Sansone 6); Eder 5.5 (31′ st Pozzi sv), Gabbiadini 5.5. (30 Fiorillo , 4 Salamon, 5 Renan, 6 Rodriguez, 7 Castellini, 8 Mustafi, 20 Barillà, 33 Gentsoglu, 79 Gavazzi). All.: Rossi
Genoa (3-5-2): Perin 6.5; Gamberini 6.5 (23′ st De Maio 6), Portanova 7, Manfredini 6.5; Vrsaljko 7, Biondini 7, Lodi 7.5, Matuzalem 6.5 (20′ st Cofie 6), Antonini 7.5 (27′ st Santana sv); Calaiò 7.5, Gilardino 7. (32 Donnarumma, 53 Bizzarri, 9 Stoian, 18 Fetfatzidis, 26 Centurion, 33 Kucka, 77 Konat‚, 91 Bertolacci, 94 Blaze). All. Liverani
Arbitro: Rizzoli di Bologna 6
Reti: nel pt 9′ Antonini; nel st 5′ Calaiò, 21′ Lodi
Angoli: 6-3 per la Samp
Recupero: 1′ e 3′
Ammoniti: Manfredini, Krstcic, Costa, Soriano, Pozzi e Perin per gioco scorretto, Gilardino per proteste
Spettatori: 34.292
Alla Samp, invece, è andato tutto storto: ha preso gol subito, non è mai riuscita a rialzarsi e non è stata neppure aiutata dal proprio tecnico che non ha saputo imprimergli la giusta forza di reazione né dal punto di vista tattico tanto meno da quello caratteriale. Per i blucerchiati sarà meglio dimenticare la scoppola in fretta cercando di rimboccarsi le maniche.
Scottato dalla lezione subita dalla Fiorentina, Liverani è corso ai ripari, stravolgendo il suo Genoa. Niente più baldanzoso 4-3-2-1 ma un più accorto 3-5-2 con Gamberini chiamato a garantire un pizzico in più d'esperienza alla difesa, Vrsaliko e Antonini lanciati sulle fasce per rimpiazzare gli indisponibili Sampirisi e Antonelli e Calaiò affiancato a Gilardino per dare più peso all'attacco. Delio Rossi, dal canto suo, ha replicato rilanciando Gastaldello in difesa e dando una maglia in mezzo al campo a Bjarnason, reduce da un'ottima doppia prestazione con l'Islanda.
E proprio uno dei nuovi innesti, Luca Antonini, ha dato subito (9') una chiara svolta alla partita: su un cross dalla destra di Biondini si è avventato da consumato attaccante e con una perfetta girata di destro ha sorpreso Da Costa. Colpita a freddo la Samp ha provato a riordinare le idee ma ha terribilmente faticato a trovare spazi contro un Genoa che ha badato a coprire con attenzione tutti gli spazi. I doriani hanno cercato di affidarsi alle iniziative personali di Eder e Gabbiadini ma i due hanno dovuto scontrarsi con il trio Gamberini-Portanova-Manfredini, determinato a non regalare nulla.
Delio Rossi ha provato a ridare linfa al centrocampo rimpiazzando, in avvio di ripresa, lo spento Bjarnason con Soriano ma dagli spogliatoi è rientrata la stessa Samp del 1° tempo, incapace di imprimere un nuovo ritmo alla sfida. Il Genoa lo ha capito e, alla prima occasione, l'ha di nuovo punita, con una zampata di Calaiò, lesto ad avventarsi su un cross basso di Vrsaliko, lanciato in area con un'invenzione da Gilardino.
Alla Samp è crollato il mondo addosso e Delio Rossi non ha fato nulla per aiutarla. Così, al 65', c'è stata gloria anche per Lodi che ha approfittato di una bella punizione procurata dsl limite dal combattivo Gilardino per realizzare una delle sue solite pennellate. Un gol da favola che ha fato impazzire Liverani che è corso ad abbracciare il suo regista sotto la curva rossoblu, come se per un momento, fosse tornato giocatore. Probabilmente in quel sinistro magico si è rivisto. Ora quel che gli chiedono i tifosi è di fargli rivedere anche nelle prossime giornate lo stesso, determinato Genoa.
SAMPDORIA-GENOA 0-3
Sampdoria (3-5-2): Da Costa 5; Gastaldello 5.5, Palombo 5, Costa 5.5; De Silvestri 5, Bjarnason 5 (1′ st Soriano 5,5), Krstcic 5, Obiang 5.5, Regini 5 (21′ st Sansone 6); Eder 5.5 (31′ st Pozzi sv), Gabbiadini 5.5. (30 Fiorillo , 4 Salamon, 5 Renan, 6 Rodriguez, 7 Castellini, 8 Mustafi, 20 Barillà, 33 Gentsoglu, 79 Gavazzi). All.: Rossi
Genoa (3-5-2): Perin 6.5; Gamberini 6.5 (23′ st De Maio 6), Portanova 7, Manfredini 6.5; Vrsaljko 7, Biondini 7, Lodi 7.5, Matuzalem 6.5 (20′ st Cofie 6), Antonini 7.5 (27′ st Santana sv); Calaiò 7.5, Gilardino 7. (32 Donnarumma, 53 Bizzarri, 9 Stoian, 18 Fetfatzidis, 26 Centurion, 33 Kucka, 77 Konat‚, 91 Bertolacci, 94 Blaze). All. Liverani
Arbitro: Rizzoli di Bologna 6
Reti: nel pt 9′ Antonini; nel st 5′ Calaiò, 21′ Lodi
Angoli: 6-3 per la Samp
Recupero: 1′ e 3′
Ammoniti: Manfredini, Krstcic, Costa, Soriano, Pozzi e Perin per gioco scorretto, Gilardino per proteste
Spettatori: 34.292
FIORENTINA - 1-1 tra le polemiche
Gomez si fa male |
Montella torna al 3-5-2 ma tiene a riposo David Pizarro, scegliendo Ambrosini nel cuore della mediana. Lopez risponde rilanciando Astori e Cossu, mai impiegati sin qui. Il primo tempo è l'esaltazione della fase di non possesso degli isolani, che aggrediscono alla perfezione i primi portatori di palla viola e non concedono spazi quando viene aggirato il pressing delle punte. I padroni di casa non trovano nemmeno l’alternativa delle azioni personali di Cuadrado: il colombiano esce al 28' ma il suo problema alla spalla si materializza al 21', rendendo di fatto non giudicabile la sua prestazione, gli subentra Joaquin, chiamato a coprire tutta la corsia. Il primo tempo scorre via fra gli sbadigli, l’unico pericolo è in coda: corner per il Cagliari da destra, Cossu trova la testa di Conti che prolunga per Astori, solissimo in area piccola. Il centrale può bagnare l’esordio stagionale in campionato con il gol ma mette incredibilmente fuori, sospiro di sollievo per la Fiorentina, si va negli spogliatoi sullo 0-0.
Al 4' della ripresa il Franchi pregusta il primo boato per un gol di Gomez fra le mura amiche: un tacco di Rossi lo lancia a tu per tu con Agazzi, il tedesco salta il portiere ma conclude alto. Al danno si aggiunge la beffa: l’estremo rossoblù atterra sul ginocchio dell’ex Bayern, cambio immediato con Yakovenko. I viola continuano a non convincere, Rossi ci prova su punizione, Agazzi devia in angolo. La partita prende vita, dopo il quarto d’ora Murru trova Nainggolan a centro area, il destro al volo del belga è fuori di un niente. Minuto 23, Roncaglia è fuori posizione e Conti lo punisce con un lancio millimetrico: Sau può involarsi verso la porta in 2 contro 1 ma sbaglia il controllo a seguire di coscia, graziata la Fiorentina, che sul capovolgimento di fronte va vicina al vantaggio. Cross rasoterra di Pasqual, Rossettini si getta in scivolata sulla sfera, che vola verso la porta: la traversa salva Agazzi, poi Montella vara la rivoluzione.
Dentro Pizarro, fuori Joaquin: per l'ex Malaga è una bocciatura in piega regola, anche se figlia del ruolo ritagliatogli dal tecnico campano. L'ingresso del cileno porta al cambio di modulo, toscani con la linea a 4 in difesa, Pizarro in regia e un trequartista alle spalle delle due punte. Quel trequartista, anche se atipico, è Borja Valero: l’ex Villarreal è il più lesto di tutti sul colpo di testa di Rossi, che si impenna per la deviazione di Murru. Anticipo aereo su Agazzi, 1-0 viola. Il Cagliari accusa lo svantaggio ma nell’unica occasione trova il pari. Ibarbo scappa sulla destra, sterza e pennella col mancino: la testa di Pinilla vola più in alto di quella di Roncaglia, schiacciata che accarezza il palo e finisce la sua corsa in rete. Il quarto uomo alza il tabellone, appendice di cinque minuti: è il primo a scatenare l’inferno, con Rossi che va a terra, Pizarro che protesta e va sotto la doccia, De Marco che mette benzina su un incendio che forse non si era mai spento durante l’estate.
FIORENTINA-CAGLIARI 1-1
Fiorentina (3-5-2): Neto 6; Roncaglia 5.5, Rodriguez 5.5, Tomovic 6; Cuadrado sv (28′ pt Joaquin 5, 25′ st Pizarro 5), Aquilani 5.5, Ambrosini 6.5, Borja Valero 6.5, Pasqual 6; Rossi 6, Gomez 5.5 (6′ st Yakovenko 5.5). (Munua, Alonso, Compper, Bakic, Fernandez, Vargas, Wolski, Matos, Rebic). All.: Montella
Cagliari (4-3-1-2): Agazzi 6; Perico 6, Rossettini 6, Astori 6, Murru 6; Dessena 6 (st Cabrera sv), Conti 6.5, Nainggolan 7; Cossu 6 (st Pinilla 6.5); Ibarbo 7, Sau 5.5 (st Ekdal sv). (Avramov, Ariaudo, Avelar, Nenè). All.: Lopez
Arbitro: De Marco di Chiavari
Reti: 26′ st Borja Valero, 44′ st Pinilla
Ammoniti: Rodriguez, Murru e Cossu per gioco falloso, Agazzi per comportamento non regolamentare
Espulso: Pizarro per proteste
Recupero: 2′ e 5′
Spettatori: 31.690
LAZIO - Sfatato il tabù Chievo
Quando le squadre scendono in campo, la parte centrale della curva nord laziale è deserta. Gli ultras biancocelesti infatti rompono con il presidente Lotito e tornano a contestarlo scioperando per 15' dopo un calciomercato non gradito e per come il numero uno biancoceleste ha liquidato a parole i contestatori in settimana. In campo Petkovic schiera il 4-4-1-1 previsto alla vigilia: Biava torna al centro della difesa, Konko fa il terzino destro e Candreva quello sinistro. In mezzo al campo Onazi affianca Ledesma; davanti Ederson supporta Klose. Sannino risponde con un 4-4-2 con Thereau e Paloschi in attacco.
La Lazio non batte il Chievo all'Olimpico dal 2003 e per sfatare il tabù ecco all'8' subito la rete dell'1-0: bravissimo Ederson a lottare su un pallone conteso e a lanciare poi in area Candreva, sulla destra. L'esterno biancoceleste conclude e realizza grazie a una deviazione decisiva di Cesar. Tutto facile per la Lazio? Nemmeno per sogno. Biava si fa male e viene rimpiazzato da Ciani e poi il Chievo non ci sta, gioca bene e chiude i capitolini nella loro metà campo. I veneti collezionano calci d'angolo mentre Cavanda a sinistra soffre tremendamente non riuscendo né a difendere né a offendere. Al minuto 35' brividi per i laziali: Paloschi conclude tutto solo dal limite e Marchetti respinge; Thereau prova il tap-in vincente ma una deviazione manda la palla in corner.
Quando Petkovic cambia la posizione in campo dei terzini, arriva la svolta. Cavanda sulla destra ritrova ritmo e gamba e colpisce al 38': discesa sulla fascia, cross dal fondo che nessuno aggancia in area. La sfera arriva però a Ledesma che dalla sinistra la rimette in area dove Cavanda in spaccata la mette dentro approfittando di una uscita a vuoto di Puggioni. Al 42' siamo 3-0: merito stavolta di Onazi che lancia con tocco di classe Lulic in area, sulla sinistra. Il numero 19 biancoceleste segna con un diagonale che Puggioni sfiora soltanto.
Sannino a inizio ripresa prova a cambiare qualcosa facendo entrare Estigarribia al posto dell'anonimo Sestu. Ci vorrebbe un gol immediato per riaprire il match ma la Lazio difende accorta e soprattutto riparte in modo pericoloso. E'infatti la Lazio a sfiorare più volte il poker: Candreva coglie l'incrocio dei pali, Ledesma sfiora il palo dalla distanza e Klose manca il tocco vincente per centimetri su un tocco di Ederson. Poi ci pensa Puggioni a dire di no a un diagonale di Lulic e ancora a Klose. Sannino cambia anche Thereau con Pellissier ma la storia cambia poco. Il Chievo appare rinunciatario e riesce a concludere solo quando i giocatori laziali sono stanchi. Marchetti respinge un tiro al volo di Estigarribia e nel finale salva su un colpo di testa di Paloschi, insieme a Dramè il migliore dei suoi. Contestazione o no, al triplice fischio di Calvarese la Lazio può festeggiare una vittoria che omaggia anche il ritorno a casa della salma di Giorgio Chinaglia che da domani riposerà al fianco di Tommaso Maestrelli.
LAZIO-CHIEVO 3-0
Lazio (4-4-1-1): Marchetti 6.5, Konko 6, Cana 6, Biava sv (15′ pt Ciani 6), Cavanda 6, Candreva 7, Onazi 6.5, Ledesma 6.5, Ederson 6.5 (33′ st Gonzalez 6), Lulic 6.5, Klose 6.5 (44′ st Keita sv). (1 Berisha, 95 Strakosha, 3 Dias, 85 Novaretti, 28 Vinicius, 4 Crecco, 45 Tounkara, 99 Floccari). All.: Petkovic 6.5.
Chievo (4-4-2): Puggioni 5.5, Sardo 5.5, Papp 5, Cesar 5, Dramè 6.5, Radovanovic 5 (14′ st Pellissier 5), Hetemaj 5.5, Rigoni 5, Sestu 5 (1′ st Estigarribia 6), Paloschi 6, Thereau 5 (25′ st Acosty sv). (18 Squizzi, 28 Silvestri, 2 Bernardini, 4 Claiton, 21 Frey, 15 Pamic, 7 Lazarevic, 14 Calello, 90 Ardemagni). All.: Sannino 5.5
Arbitro: Calvarese di Teramo
Reti: nel pt 8′ Candreva, 38′ Cavanda, 42′ Lulic.
Angoli: 11-3 per il Chievo.
Recupero: 3′ e 3′.
Ammoniti: Sestu, Ciani, Lulic, Rigoni, Papp per gioco falloso; Sardo per comportamento scorretto; Hetemaj per simulazione.
Spettatori: 25.000.
MILAN - Un rigore salva il Milan
Tanto rammarico, ma soprattutto, tantissime polemiche all'Olimpico di Torino dove il Milan, sotto di due reti, agguanta il pareggio (2-2) contro gli uomini di Ventura solo nei minuti finali al termine di una partita giocata malissimo e dominata dai padroni di casa. A scatenare la rabbia del Torino sono i due gol milanisti. Il primo nato da un'azione confusa viziata da una presunta posizione di fuorigioco di Balotelli e da una gamba tesa ai danni di Padelli proprio dello stesso attaccante rossonero. Il secondo per un rigore (netto) procurato da Pasquale ai danni di Poli, ma scaturito da una mancata sostituzione di Larrondo, infortunatosi nell'azione precedente, che ha mandato su tutte le furie Giampiero Ventura e tutto l'Olimpico. C'è, quindi, tanto rammarico per una gara che fino all'86′ era messa in cascina grazie alle reti nella ripresa di D'Ambrosio e Cerci. Il Milan, dunque, resta un tabù per i piemontesi che non battono i rossoneri dall'1-0 firmato Lucarelli nel 2001.
Un pareggio beffardo che si somma alla sconfitta immeritata di Bergamo nella seconda giornata e che offusca in parte il bel gioco e il carattere messi in mostra contro il Milan. A sentire Ventura, ai granata è stato fatto un torto enorme quanto un grattacielo. La realtà dei fatti è che i suoi uomini si sono fatti prendere dalla foga e dall'agonismo nel confuso tentativo di difendersi nel finale dai disperati tentativi del Milan. Il rigore regalato da Pasquale in pieno recupero ne è la prova lampante. Del merito, quindi, va dato al Torino per la grandissima partita svolta questa sera, merito a Ventura per la ragnatela con cui è riuscito a imbrigliare le giocate dei vari Balotelli, Kakà e Montolivo, merito ai tifosi che hanno trasformato l'Olimpico in una vera e propria bolgia. Resta, però, il rammarico per non aver saputo gestire bene la gara nel momento in cui il Milan attaccava più per la forza della disperazione che per logica calcistica.
Brutto da vedere, senza arte né parte, il Milan esce dall'Olimpico con tanti dubbi e poche certezze. A quattro giorni dall'esordio nella fase a gironi di Champions contro il Celtic, i rossoneri devono fare i conti con una condizione mediocre e con i tanti infortuni ai quali si è aggiunto anche Riccardo Montolivo. Il ritorno di Kakà non è stato come se lo aspettavano tutti in casa Milan. Il brasiliano è stato per tutta la sera marcato a uomo da Vives, ma va detto che è stato l'unico dei quattro attaccanti scesi in campo (nel conto c'è anche Matri) a provare a dare un po' di movimento a un reparto offensivo apparso sterile e sotto tono. La fortuna di Allegri si chiama Poli. L'ex Samp è l'uomo in più in questo inizio di stagione e anche oggi ha contribuito a far parlare di sé dando il là all'azione che ha portato al gol Muntari e procurandosi il "rigore delle polemiche" con cui Balotelli ha chiuso il match.
Il primo tempo scivola via senza grandi emozioni. Giusto una conclusione per parte dalla distanza di Vives e Montolivo, per il resto Abbiati e Padelli svolgono lavoro di normale amministrazione e la gara si gioca soprattutto a centrocampo dove i granata danno qualcosa in più sul piano della velocità e della grinta. Nella ripresa il Torino riparte da dove aveva finito nel primo tempo e al 2′ va in vantaggio con un destro di D'Ambrosio dagli 11 metri. Sotto di un gol, il Milan continua a subire il carisma dei padroni di casa che, con compostezza, contengono le sortite rossonere colpendo in contropiede al 26′ con Cerci lanciato a tu per tu con Abbiati da Immobile. La risposta ospite è affidata a Balotelli sul quale, però, si esalta Padelli. All'86′ la svolta del match con Muntari che infila l'estremo granata dal limite quasi in maniera grottesca (la palla rotola lentamente in porta col n.1 di casa preso in controtempo). In pieno recupero Pasquale atterra ingenuamente Poli in area e manda Balotelli dal dischetto. SuperMario dagli undici metri (dopo 3′ di nulla tra proteste e infortunio di Larrondo) spiazza Padelli riportando il Milan a tre punti da Juventus e Inter (a 5 dal Napoli capolista, ndr).
TORINO-MILAN 2-2
Torino (3-5-2): Padelli 6,5, Glik 6.5, Bovo 6.5, Moretti 6, Darmian 6, Brighi 6.5, Vives 6.5, El Kaddouri 6, D'Ambrosio 6.5 (35′ st Pasquale 5), Cerci 7 (31′ st Larrondo sv, 48′ st Farnerud sv), Immobile 6,5. (23 Gomis, 32 Berni, 19 Maksimovic, 29 Scaglia, 4 Basha, 63 Bellomo, 69 Meggiorini). All.: Ventura
Milan (4-3-2-1): Abbiati 5, Zaccardo 5, Zapata 5.5, Mexes 5.5, Emanuelson 5.5, Montolivo 5.5 (45′ Poli 6.5), De Jong 6, Muntari 5.5, Kakà 6 (25′ st Birsa 5.5), Balotelli 5.5, Robinho 5 (13′ st Matri 5.5). (1 Amelia, 35 Coppola, 21 Constant, 33 Vergara, 24 Cristante, 23 Nocerino). All.: Allegri
Arbitro: Massa
Reti: nel st 2′ D'Ambrosio, 26′ Cerci, 42′ Muntari, 52′ Balotelli (rig.)
Angoli: 4 a 4
Recupero: 1′ e 4′
Ammoniti: Zapata, El Kaddouri, Poli per gioco scorretto, Glik per proteste.
Spettatori: 26.000
Un pareggio beffardo che si somma alla sconfitta immeritata di Bergamo nella seconda giornata e che offusca in parte il bel gioco e il carattere messi in mostra contro il Milan. A sentire Ventura, ai granata è stato fatto un torto enorme quanto un grattacielo. La realtà dei fatti è che i suoi uomini si sono fatti prendere dalla foga e dall'agonismo nel confuso tentativo di difendersi nel finale dai disperati tentativi del Milan. Il rigore regalato da Pasquale in pieno recupero ne è la prova lampante. Del merito, quindi, va dato al Torino per la grandissima partita svolta questa sera, merito a Ventura per la ragnatela con cui è riuscito a imbrigliare le giocate dei vari Balotelli, Kakà e Montolivo, merito ai tifosi che hanno trasformato l'Olimpico in una vera e propria bolgia. Resta, però, il rammarico per non aver saputo gestire bene la gara nel momento in cui il Milan attaccava più per la forza della disperazione che per logica calcistica.
Brutto da vedere, senza arte né parte, il Milan esce dall'Olimpico con tanti dubbi e poche certezze. A quattro giorni dall'esordio nella fase a gironi di Champions contro il Celtic, i rossoneri devono fare i conti con una condizione mediocre e con i tanti infortuni ai quali si è aggiunto anche Riccardo Montolivo. Il ritorno di Kakà non è stato come se lo aspettavano tutti in casa Milan. Il brasiliano è stato per tutta la sera marcato a uomo da Vives, ma va detto che è stato l'unico dei quattro attaccanti scesi in campo (nel conto c'è anche Matri) a provare a dare un po' di movimento a un reparto offensivo apparso sterile e sotto tono. La fortuna di Allegri si chiama Poli. L'ex Samp è l'uomo in più in questo inizio di stagione e anche oggi ha contribuito a far parlare di sé dando il là all'azione che ha portato al gol Muntari e procurandosi il "rigore delle polemiche" con cui Balotelli ha chiuso il match.
Il primo tempo scivola via senza grandi emozioni. Giusto una conclusione per parte dalla distanza di Vives e Montolivo, per il resto Abbiati e Padelli svolgono lavoro di normale amministrazione e la gara si gioca soprattutto a centrocampo dove i granata danno qualcosa in più sul piano della velocità e della grinta. Nella ripresa il Torino riparte da dove aveva finito nel primo tempo e al 2′ va in vantaggio con un destro di D'Ambrosio dagli 11 metri. Sotto di un gol, il Milan continua a subire il carisma dei padroni di casa che, con compostezza, contengono le sortite rossonere colpendo in contropiede al 26′ con Cerci lanciato a tu per tu con Abbiati da Immobile. La risposta ospite è affidata a Balotelli sul quale, però, si esalta Padelli. All'86′ la svolta del match con Muntari che infila l'estremo granata dal limite quasi in maniera grottesca (la palla rotola lentamente in porta col n.1 di casa preso in controtempo). In pieno recupero Pasquale atterra ingenuamente Poli in area e manda Balotelli dal dischetto. SuperMario dagli undici metri (dopo 3′ di nulla tra proteste e infortunio di Larrondo) spiazza Padelli riportando il Milan a tre punti da Juventus e Inter (a 5 dal Napoli capolista, ndr).
TORINO-MILAN 2-2
Torino (3-5-2): Padelli 6,5, Glik 6.5, Bovo 6.5, Moretti 6, Darmian 6, Brighi 6.5, Vives 6.5, El Kaddouri 6, D'Ambrosio 6.5 (35′ st Pasquale 5), Cerci 7 (31′ st Larrondo sv, 48′ st Farnerud sv), Immobile 6,5. (23 Gomis, 32 Berni, 19 Maksimovic, 29 Scaglia, 4 Basha, 63 Bellomo, 69 Meggiorini). All.: Ventura
Milan (4-3-2-1): Abbiati 5, Zaccardo 5, Zapata 5.5, Mexes 5.5, Emanuelson 5.5, Montolivo 5.5 (45′ Poli 6.5), De Jong 6, Muntari 5.5, Kakà 6 (25′ st Birsa 5.5), Balotelli 5.5, Robinho 5 (13′ st Matri 5.5). (1 Amelia, 35 Coppola, 21 Constant, 33 Vergara, 24 Cristante, 23 Nocerino). All.: Allegri
Arbitro: Massa
Reti: nel st 2′ D'Ambrosio, 26′ Cerci, 42′ Muntari, 52′ Balotelli (rig.)
Angoli: 4 a 4
Recupero: 1′ e 4′
Ammoniti: Zapata, El Kaddouri, Poli per gioco scorretto, Glik per proteste.
Spettatori: 26.000
NAPOLI - Vittoria facile sull'Atalanta
Sarà anche una banalità, ma la differenza la fanno i campioni. L'Atalanta tiene finché può, con l'arguzia tattica di Colantuono e l'applicazione feroce dei suoi ragazzi. Poi arrivano i palloni sporchi in area, manna dal cielo per chi nei 16 metri ha costruito la sua carriera. Gonzalo Higuain è il sospiro di sollievo del Napoli dopo più di un'ora di sofferenza, è l'uomo che trasforma in gemma un rimpallo, è la leadership di classifica solitaria, anche se c'è da attendere Fiorentina e Roma e le giornate di campionato alle spalle sono soltanto tre. Dal San Paolo esce con l'amaro in bocca l'undici orobico, messo benissimo in campo e capace di rispondere colpo su colpo a una squadra costruita per ben altri obiettivi.
La sfida delle maglie inedite - padroni di casa in mimetica, ospiti in un alquanto inusuale divisa a bande verticali giallonere - è caratterizzata dai cambi di formazione: Benitez modifica 6/11 della squadra vittoriosa al Bentegodi prima della sosta (fuori Maggio, Britos, Zuñiga, Behrami, Callejon e Hamsik, dentro Mesto, Cannavaro, Armero, Dzemaili, Mertens e Pandev), Colantuono ripone in soffitta il 4-3-3 e sceglie un assetto più conservativo, con Bonaventura a ridosso di Denis e una difesa praticamente a 5. Gli azzurri si piazzano nella metà campo avversaria, al 4′ una punizione di Mertens trova Dzemaili solo a centro area: l'elvetico anticipa l'uscita incerta di Consigli, colpo di testa a lato. L'Atalanta, almeno in avvio, riparte con estrema parsimonia ma quando lo fa riesce a rendersi pericolosa. Sinistro di Cigarini all'11′ - controlla in due tempi Reina - e destro di Denis un minuto più tardi, su cross di un ispirato Del Grosso: stesso epilogo, presa sicura dell'ex Liverpool. Il match sembra pronto a decollare, Pandev impegna severamente Consigli al 13′ dopo una bella azione sull'asse Dzemaili-Insigne. Gli orobici prendono bene le misure, il macedone cerca di scardinare il fortino al 26′, mancino di poco a lato: è l'ultimo brivido di un primo tempo che vede giganteggiare i difensori nerazzurri, guidati da uno Yepes particolarmente attento.
L'avvio di ripresa restituisce occasioni con gli interessi: Insigne calcia debolmente dopo 50″, Denis spara con convinzione sul capovolgimento di fronte ed esalta i riflessi di Reina, al 4′ si fa vivo Higuain, con un mancino alto. Come nella prima frazione, i nerazzurri si sistemano dopo qualche sbandamento e tornano a chiudersi ermeticamente, con un sinistro sporco di Pandev come unica minaccia. Servono i campioni e se ne accorge anche Benitez, che ne aveva tenuti due in panchina. Dentro Callejon e Hamsik, fuori Mertens e Pandev: è un altro Napoli. L'inserimento dello slovacco basterebbe per mettere in ansia qualsiasi retroguardia, al 26′ Stendardo legge male l'attacco partenopeo, è un suicidio. Insigne trova Hamsik a centro area, Higuain si muove prima ad uscire dai 16 metri e poi ad attaccare lo spazio: Yepes tiene in uno contro uno ma il pallone scappa via, al "Pipita" non pare vero. Destro a giro nell'angolino alla sinistra di Consigli, gli ospiti si disuniscono e Cigarini riesce nella singolare impresa di farsi espellere con due interventi in cui non tocca nemmeno l'avversario: Insigne nel primo tempo e Callejon nella ripresa devono saltare per evitare la foga di uno degli ex di giornata, Rocchi non può che mostrare la via dello spogliatoio al regista. La ciliegina sulla torta la mette "El Calleti": ancora Insigne a pescare il riferimento nel cuore dell'area, il taglio di Higuain porta via un difensore, Brivio deve stringere e Dzemaili di tacco pesca Callejon, che apre il mancino e fa 2-0. Il finale è pura accademia, "El Pipita" va vicino al tris in azione personale ma il suo l'aveva già fatto abbondantemente in precedenza: il Napoli, almeno per le prossime 15 ore, sarà solo in testa alla classifica. Il modo migliore per avvicinarsi alla super sfida con il Borussia Dortmund.
NAPOLI-ATALANTA 2-0
Napoli (4-2-3-1): Reina 6.5; Mesto 6, Cannavaro 6.5, Albiol 6, Armero 6; Dzemaili 6 (40′ st Radosevic sv), Inler 6; Insigne 6.5, Pandev 5.5 (21′ st Hamsik 6), Mertens 5.5 (14′ st Callejon 6.5); Higuain 7. (Colombo, Rafael, Britos, Fernandez, Maggio, Zuñiga, Behrami, Zapata). All.: Benitez
Atalanta (5-3-1-1): Consigli 6.5; Raimondi 6, Stendardo 5 (34′ st Livaja sv), Yepes 7, Lucchini 6, Del Grosso 6.5 (21′ st Brivio 5.5); Carmona 6, Cigarini 5, Baselli 6; Bonaventura 6 (14′ st Moralez 5.5); Denis 6.5. (Sportiello, Canini, Nica, Brienza, Gagliardini, Kone, Migliaccio, De Luca, Marilungo). All.: Colantuono
Arbitro: Rocchi di Firenze
Reti: 26′ st Higuain, 36′ st Callejon
Ammonito: Callejon per comportamento non regolamentare
Espulso: Cigarini per doppia ammonizione
Recupero: 1′ e 3′
Spettatori: 38.821
La sfida delle maglie inedite - padroni di casa in mimetica, ospiti in un alquanto inusuale divisa a bande verticali giallonere - è caratterizzata dai cambi di formazione: Benitez modifica 6/11 della squadra vittoriosa al Bentegodi prima della sosta (fuori Maggio, Britos, Zuñiga, Behrami, Callejon e Hamsik, dentro Mesto, Cannavaro, Armero, Dzemaili, Mertens e Pandev), Colantuono ripone in soffitta il 4-3-3 e sceglie un assetto più conservativo, con Bonaventura a ridosso di Denis e una difesa praticamente a 5. Gli azzurri si piazzano nella metà campo avversaria, al 4′ una punizione di Mertens trova Dzemaili solo a centro area: l'elvetico anticipa l'uscita incerta di Consigli, colpo di testa a lato. L'Atalanta, almeno in avvio, riparte con estrema parsimonia ma quando lo fa riesce a rendersi pericolosa. Sinistro di Cigarini all'11′ - controlla in due tempi Reina - e destro di Denis un minuto più tardi, su cross di un ispirato Del Grosso: stesso epilogo, presa sicura dell'ex Liverpool. Il match sembra pronto a decollare, Pandev impegna severamente Consigli al 13′ dopo una bella azione sull'asse Dzemaili-Insigne. Gli orobici prendono bene le misure, il macedone cerca di scardinare il fortino al 26′, mancino di poco a lato: è l'ultimo brivido di un primo tempo che vede giganteggiare i difensori nerazzurri, guidati da uno Yepes particolarmente attento.
L'avvio di ripresa restituisce occasioni con gli interessi: Insigne calcia debolmente dopo 50″, Denis spara con convinzione sul capovolgimento di fronte ed esalta i riflessi di Reina, al 4′ si fa vivo Higuain, con un mancino alto. Come nella prima frazione, i nerazzurri si sistemano dopo qualche sbandamento e tornano a chiudersi ermeticamente, con un sinistro sporco di Pandev come unica minaccia. Servono i campioni e se ne accorge anche Benitez, che ne aveva tenuti due in panchina. Dentro Callejon e Hamsik, fuori Mertens e Pandev: è un altro Napoli. L'inserimento dello slovacco basterebbe per mettere in ansia qualsiasi retroguardia, al 26′ Stendardo legge male l'attacco partenopeo, è un suicidio. Insigne trova Hamsik a centro area, Higuain si muove prima ad uscire dai 16 metri e poi ad attaccare lo spazio: Yepes tiene in uno contro uno ma il pallone scappa via, al "Pipita" non pare vero. Destro a giro nell'angolino alla sinistra di Consigli, gli ospiti si disuniscono e Cigarini riesce nella singolare impresa di farsi espellere con due interventi in cui non tocca nemmeno l'avversario: Insigne nel primo tempo e Callejon nella ripresa devono saltare per evitare la foga di uno degli ex di giornata, Rocchi non può che mostrare la via dello spogliatoio al regista. La ciliegina sulla torta la mette "El Calleti": ancora Insigne a pescare il riferimento nel cuore dell'area, il taglio di Higuain porta via un difensore, Brivio deve stringere e Dzemaili di tacco pesca Callejon, che apre il mancino e fa 2-0. Il finale è pura accademia, "El Pipita" va vicino al tris in azione personale ma il suo l'aveva già fatto abbondantemente in precedenza: il Napoli, almeno per le prossime 15 ore, sarà solo in testa alla classifica. Il modo migliore per avvicinarsi alla super sfida con il Borussia Dortmund.
NAPOLI-ATALANTA 2-0
Napoli (4-2-3-1): Reina 6.5; Mesto 6, Cannavaro 6.5, Albiol 6, Armero 6; Dzemaili 6 (40′ st Radosevic sv), Inler 6; Insigne 6.5, Pandev 5.5 (21′ st Hamsik 6), Mertens 5.5 (14′ st Callejon 6.5); Higuain 7. (Colombo, Rafael, Britos, Fernandez, Maggio, Zuñiga, Behrami, Zapata). All.: Benitez
Atalanta (5-3-1-1): Consigli 6.5; Raimondi 6, Stendardo 5 (34′ st Livaja sv), Yepes 7, Lucchini 6, Del Grosso 6.5 (21′ st Brivio 5.5); Carmona 6, Cigarini 5, Baselli 6; Bonaventura 6 (14′ st Moralez 5.5); Denis 6.5. (Sportiello, Canini, Nica, Brienza, Gagliardini, Kone, Migliaccio, De Luca, Marilungo). All.: Colantuono
Arbitro: Rocchi di Firenze
Reti: 26′ st Higuain, 36′ st Callejon
Ammonito: Callejon per comportamento non regolamentare
Espulso: Cigarini per doppia ammonizione
Recupero: 1′ e 3′
Spettatori: 38.821
14 settembre 2013
FIFA 14 - Ecco la demo
FIFA 14, demo per PS3, PC e Xbox: ecco squadre, novità e sorprese contenute nell'attesissima versione di prova del grande rivale di PES 2014. La grande battaglia delle demo è iniziata, come il conto alla rovescia verso il lancio del gioco EA Sports.
La demo di FIFA 14 per PS3, PC e Xbox 360 è stata da poco rilasciata e sono fioccati online innumerevoli commenti da parte degli appassionati. Tra le più importanti novità individuate dagli appassionati troviamo senz'altro la grafica migliorata, così come il realismo nel gioco: due elementi di cui si è parlato molto prima del lancio della demo di FIFA 14 e che hanno trovato conferma con il recente rilascio. Anche per quanto riguarda l'Intelligienza Artificiali i commenti sul lavoro di EA Sports sono sostanzialmente positivi.
Con la demo di FIFA 14 si potrà giocare con 8 squadre nel Camp Nou, ovvero con il Milan, il Barcellona, il Manchester City, il PSG, il Tottenham, il Boca Juniors, i NY Red Bulls e il Borussia Dortmund.
Per tutti gli appassionati che intendono acquistare (o hanno già prenotato) una copia di FIFA 14 per PS3, PC e Xbox 360, la demo consente di prendere dimestichezza con le variazioni apportate sul piano dei controlli: i fan potranno studiare in anteprima i nuovi tasti e arrivare al gioco completo ben preparati. Non solo, sta facendo molto discutere la novità della demo di FIFA 14 relativa alle esultanze: potremo scegliere noi come far dimenare i giocatori dopo un gol scegliendo la combinazione di comandi relativa alla singola esultanza.
Ricordiamo infine che il gioco completo FIFA 14 è in uscita per console e PC, in Italia e non solo, il prossimo 27 settembre.
La demo di FIFA 14 per PS3, PC e Xbox 360 è stata da poco rilasciata e sono fioccati online innumerevoli commenti da parte degli appassionati. Tra le più importanti novità individuate dagli appassionati troviamo senz'altro la grafica migliorata, così come il realismo nel gioco: due elementi di cui si è parlato molto prima del lancio della demo di FIFA 14 e che hanno trovato conferma con il recente rilascio. Anche per quanto riguarda l'Intelligienza Artificiali i commenti sul lavoro di EA Sports sono sostanzialmente positivi.
Con la demo di FIFA 14 si potrà giocare con 8 squadre nel Camp Nou, ovvero con il Milan, il Barcellona, il Manchester City, il PSG, il Tottenham, il Boca Juniors, i NY Red Bulls e il Borussia Dortmund.
Per tutti gli appassionati che intendono acquistare (o hanno già prenotato) una copia di FIFA 14 per PS3, PC e Xbox 360, la demo consente di prendere dimestichezza con le variazioni apportate sul piano dei controlli: i fan potranno studiare in anteprima i nuovi tasti e arrivare al gioco completo ben preparati. Non solo, sta facendo molto discutere la novità della demo di FIFA 14 relativa alle esultanze: potremo scegliere noi come far dimenare i giocatori dopo un gol scegliendo la combinazione di comandi relativa alla singola esultanza.
Ricordiamo infine che il gioco completo FIFA 14 è in uscita per console e PC, in Italia e non solo, il prossimo 27 settembre.
DERBY D'ITALIA - 1-1 tra Inter e Juventus
L'Inter se la può giocare con tutte, anche per lo scudetto. Ma la favorita numero uno per il tricolore resta la Juventus. Questo ha detto Inter-Juventus, big match settembrino terminato 1-1 a San Siro. Una sfida equilibrata che ha messo in evidenza la svolta portata da Mazzarri nell'ambiente milanese, soprattuto a livello mentale, e l'immutata voglia di vincere degli juventini.
Mazzarri schiera un 3-5-1-1 con la novità Taider a centrocampo al posto di Kovacic; in attacco Alvarez supporta l'unica punta Palacio. Difesa a tre con Campagnaro, Ranocchia, Juan Jesus. Milito, convocato dopo sette mesi dal brutto infortunio, siede in panchina. Conte risponde con un 3-5-2 senza sorprese: recuperano sia Barzagli in difesa sia Vucinic in attacco. In mezzo al campo ci sono i soliti Vidal, Pirlo e Pogba. L'Inter sembra partire senza timori ma quando al minuto 2' Tevez va in contropiede e cerca Vucinic, anticipato in extremis da Campagnaro, la formazione nerazzurra si fa più cauta. Un atteggiamento che porta i padroni di casa a chiudersi troppo dietro e a lasciare il possesso-palla alla Juve in attesa di eventuali errori per ripartire.
Il primo tiro in porta però è per l'Inter: angolo, la palla viene respinta corta di testa da Pogba e Nagatomo conclude di prima intenzione. Buffon in tuffo c'è. Al minuto 18 pericolo in area milanese: Vidal penetra e molto probabilmente sfiora la palla con la mano, sicuramente prima che Taider lo stenda nettamente da dietro. Non è calcio di rigore solo grazie al fallo fischiato al cileno. Palla-gol per Pogba al 32': lancio lungo verso il secondo palo e il francese, in posizione regolare, forse un po' sorpreso devia debolmente in porta, ma Handanovic è attento e para. Il primo tempo si chiude con una conclusione di Taider al 42', respinta da Buffon. Un'azione simbolo quest'ultima della partita: palla rubata a centrocampo da Alvarez dopo un errore per una ripartenza veloce che colga di sorpresa la Juventus.
A inizio ripresa Conte fa entrare Isla al posto di Lichtsteiner: lo svizzero, già ammonito, nei primi 45' minuti ha rischiato il secondo giallo e il tecnico non vuole correre rischi inutili. L'Inter del secondo tempo appare più vogliosa di fare e meno intimorita. Sfida i bianconeri nei suoi punti di forza: intensità e forza fisica. Al 7' ci prova di testa Palacio dopo un cross di Cambiasso ma è una palla facile per Buffon. La Juventus non affonda più e Mazzarri opta per Icardi al posto di Taider al minuto 23, mentre Conte fa entrare Quagliarella al posto di Vucinic. L'intuizione vincente è quella del tecnico nerazzurro e al 28' l'Inter passa in vantaggio: Chiellini perde palla a centrocampo sull'attacco di Alvarez e l'argentino confezione un assist verticale in area per Icardi che di destro infila Buffon. Quarto gol dell'argentino alla Juve in tre gare disputate.
L'orgoglio juventino non ci sta e praticamente un minuto dopo il vantaggio interista ecco l'1-1. Asamoah attacca sulla sinistra, elude il tentativo di intervento di Jonathan e mette palla in area. Lì è bravissimo Vidal nel controllarla, portarsela sul sinistro e concludere in rete con Handanovic immobile. La Juventus insiste e Tevez fa correre i brividi ai tifosi nerazzurri con un sinistro dal limite di poco sul fondo. Mazzarri prova a spezzare il ritmo inserendo Kovacic al posto di Alvarez (bravo l'argentino in occasione del gol di Icardi ma carente in copertura sulla rete di Vidal). Pirlo appare stanco e Conte lo rimpiazza con Padoin a una manciata di minuti dalla fine. E proprio nel finale (minuto 43) gli ospiti sfiorano il colpaccio: colpo di testa di Vidal su cross di Tevez e respinta di Handanovic. La sfera arriva sui piedi di Isla che calcia sul fondo da ottima posizione. Ma sarebbe stata una punizione troppa severa per l'Inter che con Mazzarri ha dimostrato di aver ritrovato un gioco e soprattutto una mentalità vincente. L'1-1 alla fine è il risultato più giusto e conferma la forza della Juventus, una squadra che non molla mai e che ha sempre nel suo Dna il colpo per risolvere ogni partita.
INTER-JUVENTUS 1-1
Inter (3-5-1-1): Handanovic 6.5, Campagnaro 6.5, Ranocchia 6, Juan Jesus 6, Jonathan 5.5, Guarin 5.5, Cambiasso 6, Taider 6 (23′ st Icardi 6.5), Nagatomo 6, Alvarez 6.5 (36′ st Kovacic sv), Palacio 6. (30 Carrizo, 12 Castellazzi, 6 Andreolli, 35 Rolando, 31 Pereira, 25 Samuel, 18 Wallace, 17 Kuzmanovic, 7 Belfodil, 22 Milito). All.: Mazzarri 6.5.
Juventus (3-5-2): Buffon 6.5, Barzaghi 6, Bonucci 6, Chiellini 5.5, Lichtsteiner 5 (1′ st Isla 5), Vidal 6.5, Pirlo 5.5 (42′ st Padoin sv), Pogba 6, Asamoah 6, Tevez 6, Vucinc 5.5 (27′ st Quagliarella 5.5). (30 Storari, 50 Citti, 5 Ogbonna, 13 Peluso, 16 Motta, 11 De Ceglie, 12 Giovinco, 14 Llorente). All.: Conte 6.
Arbitro: Orsato
Reti: nel st 28′ Icardi, 30′ Vidal
Angoli: 6-1 per l'Inter
Recupero: 0′ e 2′
Ammoniti: Campagnaro, Lichtsteiner, Vidal, Ranocchia per gioco scorretto
Spettatori: 83.000 circa
Mazzarri schiera un 3-5-1-1 con la novità Taider a centrocampo al posto di Kovacic; in attacco Alvarez supporta l'unica punta Palacio. Difesa a tre con Campagnaro, Ranocchia, Juan Jesus. Milito, convocato dopo sette mesi dal brutto infortunio, siede in panchina. Conte risponde con un 3-5-2 senza sorprese: recuperano sia Barzagli in difesa sia Vucinic in attacco. In mezzo al campo ci sono i soliti Vidal, Pirlo e Pogba. L'Inter sembra partire senza timori ma quando al minuto 2' Tevez va in contropiede e cerca Vucinic, anticipato in extremis da Campagnaro, la formazione nerazzurra si fa più cauta. Un atteggiamento che porta i padroni di casa a chiudersi troppo dietro e a lasciare il possesso-palla alla Juve in attesa di eventuali errori per ripartire.
Il primo tiro in porta però è per l'Inter: angolo, la palla viene respinta corta di testa da Pogba e Nagatomo conclude di prima intenzione. Buffon in tuffo c'è. Al minuto 18 pericolo in area milanese: Vidal penetra e molto probabilmente sfiora la palla con la mano, sicuramente prima che Taider lo stenda nettamente da dietro. Non è calcio di rigore solo grazie al fallo fischiato al cileno. Palla-gol per Pogba al 32': lancio lungo verso il secondo palo e il francese, in posizione regolare, forse un po' sorpreso devia debolmente in porta, ma Handanovic è attento e para. Il primo tempo si chiude con una conclusione di Taider al 42', respinta da Buffon. Un'azione simbolo quest'ultima della partita: palla rubata a centrocampo da Alvarez dopo un errore per una ripartenza veloce che colga di sorpresa la Juventus.
A inizio ripresa Conte fa entrare Isla al posto di Lichtsteiner: lo svizzero, già ammonito, nei primi 45' minuti ha rischiato il secondo giallo e il tecnico non vuole correre rischi inutili. L'Inter del secondo tempo appare più vogliosa di fare e meno intimorita. Sfida i bianconeri nei suoi punti di forza: intensità e forza fisica. Al 7' ci prova di testa Palacio dopo un cross di Cambiasso ma è una palla facile per Buffon. La Juventus non affonda più e Mazzarri opta per Icardi al posto di Taider al minuto 23, mentre Conte fa entrare Quagliarella al posto di Vucinic. L'intuizione vincente è quella del tecnico nerazzurro e al 28' l'Inter passa in vantaggio: Chiellini perde palla a centrocampo sull'attacco di Alvarez e l'argentino confezione un assist verticale in area per Icardi che di destro infila Buffon. Quarto gol dell'argentino alla Juve in tre gare disputate.
L'orgoglio juventino non ci sta e praticamente un minuto dopo il vantaggio interista ecco l'1-1. Asamoah attacca sulla sinistra, elude il tentativo di intervento di Jonathan e mette palla in area. Lì è bravissimo Vidal nel controllarla, portarsela sul sinistro e concludere in rete con Handanovic immobile. La Juventus insiste e Tevez fa correre i brividi ai tifosi nerazzurri con un sinistro dal limite di poco sul fondo. Mazzarri prova a spezzare il ritmo inserendo Kovacic al posto di Alvarez (bravo l'argentino in occasione del gol di Icardi ma carente in copertura sulla rete di Vidal). Pirlo appare stanco e Conte lo rimpiazza con Padoin a una manciata di minuti dalla fine. E proprio nel finale (minuto 43) gli ospiti sfiorano il colpaccio: colpo di testa di Vidal su cross di Tevez e respinta di Handanovic. La sfera arriva sui piedi di Isla che calcia sul fondo da ottima posizione. Ma sarebbe stata una punizione troppa severa per l'Inter che con Mazzarri ha dimostrato di aver ritrovato un gioco e soprattutto una mentalità vincente. L'1-1 alla fine è il risultato più giusto e conferma la forza della Juventus, una squadra che non molla mai e che ha sempre nel suo Dna il colpo per risolvere ogni partita.
INTER-JUVENTUS 1-1
Inter (3-5-1-1): Handanovic 6.5, Campagnaro 6.5, Ranocchia 6, Juan Jesus 6, Jonathan 5.5, Guarin 5.5, Cambiasso 6, Taider 6 (23′ st Icardi 6.5), Nagatomo 6, Alvarez 6.5 (36′ st Kovacic sv), Palacio 6. (30 Carrizo, 12 Castellazzi, 6 Andreolli, 35 Rolando, 31 Pereira, 25 Samuel, 18 Wallace, 17 Kuzmanovic, 7 Belfodil, 22 Milito). All.: Mazzarri 6.5.
Juventus (3-5-2): Buffon 6.5, Barzaghi 6, Bonucci 6, Chiellini 5.5, Lichtsteiner 5 (1′ st Isla 5), Vidal 6.5, Pirlo 5.5 (42′ st Padoin sv), Pogba 6, Asamoah 6, Tevez 6, Vucinc 5.5 (27′ st Quagliarella 5.5). (30 Storari, 50 Citti, 5 Ogbonna, 13 Peluso, 16 Motta, 11 De Ceglie, 12 Giovinco, 14 Llorente). All.: Conte 6.
Arbitro: Orsato
Reti: nel st 28′ Icardi, 30′ Vidal
Angoli: 6-1 per l'Inter
Recupero: 0′ e 2′
Ammoniti: Campagnaro, Lichtsteiner, Vidal, Ranocchia per gioco scorretto
Spettatori: 83.000 circa
04 settembre 2013
ULTRAS - Curve seconda giornata
CURVA SUD - MILAN |
SETTORE OSPITI - INTER |
SETTORE OSPITI - VERONA |
SETTORE OSPITI - VERONA |
CURVA SUD - JUVENTUS |
02 settembre 2013
GIUDICE SPORTIVO - 15mila euro al Bologna
Ammenda di € 15.000,00 : alla Soc. BOLOGNA per avere suoi sostenitori, nel corso della gara,
accesso numerosi fumogeni e fatto esplodere due petardi nel proprio settore e, al 41° del primo
tempo, lanciato alcuni fumogeni nel recinto di giuoco in direzione di un gruppo di Vigili del
Fuoco; sanzione attenuata ex art. 14 comma 5, in relazione all'art. 13 lettera b) CGS, per avere la
Società concretamente operato con le forze dell'ordine a fini preventivi e di vigilanza.
Ammenda di € 5.000,00 : alla Soc. ATALANTA per avere suoi sostenitori, nel corso della gara,
fatto esplodere un petardo ed acceso otto bengala nel proprio settore e lanciato sul terreno di
giuoco un accendino; sanzione attenuata ex art. 14 comma 5, in relazione all'art. 13 lettera b)
CGS, per avere la Società concretamente operato con le forze dell'ordine a fini preventivi e di
vigilanza.
Ammenda di € 5.000,00 : alla Soc. ROMA per avere, suoi sostenitori, al 12° del secondo tempo,
lanciato un fumogeno nel settore occupato dai sostenitori della squadra avversaria; sanzione
attenuata ex art. 14 comma 5 in relazione all'art 13 lettera a) e b) CGS, per avere la Società
concretamente operato con le forze dell'ordine a fini preventivi e di vigilanza.
Ammenda di € 4.000,00 : alla Soc. CATANIA per avere suoi sostenitori, nel corso della gara,
acceso nel proprio settore sette fumogeni e fatto esplodere tre petardi; sanzione attenuata ex art.
13 lettere b) ed e) CGS, per avere la Società concretamente operato con le forze dell'ordine a fini
preventivi e di vigilanza.
Ammenda di € 4.000,00 : alla Soc. SASSUOLO per avere un suo sostenitore, al 33° del secondo
tempo, lanciato una scarpa sul terreno di giuoco, determinando una breve interruzione della gara;
sanzione attenuata ex. art. 14 comma 5 in relazione all'art. 13 lettera a) e b) CGS; per avere la
Società concretamente operato con le forze dell'ordine a fini preventivi e di vigilanza.
accesso numerosi fumogeni e fatto esplodere due petardi nel proprio settore e, al 41° del primo
tempo, lanciato alcuni fumogeni nel recinto di giuoco in direzione di un gruppo di Vigili del
Fuoco; sanzione attenuata ex art. 14 comma 5, in relazione all'art. 13 lettera b) CGS, per avere la
Società concretamente operato con le forze dell'ordine a fini preventivi e di vigilanza.
Ammenda di € 5.000,00 : alla Soc. ATALANTA per avere suoi sostenitori, nel corso della gara,
fatto esplodere un petardo ed acceso otto bengala nel proprio settore e lanciato sul terreno di
giuoco un accendino; sanzione attenuata ex art. 14 comma 5, in relazione all'art. 13 lettera b)
CGS, per avere la Società concretamente operato con le forze dell'ordine a fini preventivi e di
vigilanza.
Ammenda di € 5.000,00 : alla Soc. ROMA per avere, suoi sostenitori, al 12° del secondo tempo,
lanciato un fumogeno nel settore occupato dai sostenitori della squadra avversaria; sanzione
attenuata ex art. 14 comma 5 in relazione all'art 13 lettera a) e b) CGS, per avere la Società
concretamente operato con le forze dell'ordine a fini preventivi e di vigilanza.
Ammenda di € 4.000,00 : alla Soc. CATANIA per avere suoi sostenitori, nel corso della gara,
acceso nel proprio settore sette fumogeni e fatto esplodere tre petardi; sanzione attenuata ex art.
13 lettere b) ed e) CGS, per avere la Società concretamente operato con le forze dell'ordine a fini
preventivi e di vigilanza.
Ammenda di € 4.000,00 : alla Soc. SASSUOLO per avere un suo sostenitore, al 33° del secondo
tempo, lanciato una scarpa sul terreno di giuoco, determinando una breve interruzione della gara;
sanzione attenuata ex. art. 14 comma 5 in relazione all'art. 13 lettera a) e b) CGS; per avere la
Società concretamente operato con le forze dell'ordine a fini preventivi e di vigilanza.
IL PAGELLONE - Seconda giornata
10 - Roma - Una vittoria schiacciante, la Roma ha dominato il Verona (che 7 giorni prima aveva steso il Milan), dal primo all'ultimo minuto della partita, senza mai concedergli nemmeno un'occasione. Con una punta di rilievo là davanti il risultato sarebbe stato ancora più rotondo. Il gol di Pjanic è una perla.
10 - Inter - Che Inter! 0-3 al Catania, a Catania, in un campo ostico anche al miglior Real Madrid, l'Inter vola e segna tre gol senza subirne nessuno. Fantastico il 3-0 che chiude la partita con una grande azione personale di Ricky Alvarez che fa fuori tutta la difesa del Catania.
9 - Juventus - Altri quattro gol alla Lazio dopo meno di un mese e prestazione fantastica, La Lazio segna con Klose su errore di Buffon, ma per il resto è dominio bianconero.
8 - Napoli - Il Napoli si conferma anche a Verona (contro il Chievo), dove l'anno scorso era caduto per 2-0. Hamsik assoluto protagonista con un'altra doppietta, anche una doppietta l'ha fatta anche Paloschi, ma inutilmente. Primo gol con la maglia azzurra per Gonzalo Higuain.
8 - Fiorentina - La coppia-gol Rossi-Gomez funziona a meraviglia, i due segnano 4 gol e creano una valanga di occasioni. Bene anche Aquilani e Neto, che si è riscattato dopo le papere nelle partite precedenti.
7 - Milan - Facile vittoria in casa contro un Cagliari fin troppo arrendevole. Migliore in campo Balotelli che fa inventa, fa assist e segna. Giocatore completo.
6 - Bologna & Sampdoria - Divertente pareggio allo Stadio Dall'Ara di Bologna, dove l'idolo del web Moscardelli ha dimostrato il suo vero valore segnando il gol del vantaggio bolognese. Per la Sampdoria a segno Eder e Gabbiadini, per il Bologna Konè (con una delle sue rovesciate), oltre che al già citato Moscardelli.
5 - Parma - Il Friuli è un campo ostico, si sa. E con molti nuovi innesti era difficile tentare di vincere. Bene Antonio Cassano che segna il suo primo gol con la maglia crociata.
4 - Verona - Impotente per tutta la partita contro lo strapotere della Roma. Toni lasciato solo in attacco e difesa non impeccabile come contro il Milan. Da rivedere.
3 - Lazio - Ancora una sconfitta imbarazzante contro la Juventus, che gliene rifila altri 4, arrivando a 8 gol in due partite. Novaretti inadeguato per il calcio italiano, Klose non può reggere tutto il peso dell'attacco a 36 anni.
10 - Inter - Che Inter! 0-3 al Catania, a Catania, in un campo ostico anche al miglior Real Madrid, l'Inter vola e segna tre gol senza subirne nessuno. Fantastico il 3-0 che chiude la partita con una grande azione personale di Ricky Alvarez che fa fuori tutta la difesa del Catania.
9 - Juventus - Altri quattro gol alla Lazio dopo meno di un mese e prestazione fantastica, La Lazio segna con Klose su errore di Buffon, ma per il resto è dominio bianconero.
8 - Napoli - Il Napoli si conferma anche a Verona (contro il Chievo), dove l'anno scorso era caduto per 2-0. Hamsik assoluto protagonista con un'altra doppietta, anche una doppietta l'ha fatta anche Paloschi, ma inutilmente. Primo gol con la maglia azzurra per Gonzalo Higuain.
8 - Fiorentina - La coppia-gol Rossi-Gomez funziona a meraviglia, i due segnano 4 gol e creano una valanga di occasioni. Bene anche Aquilani e Neto, che si è riscattato dopo le papere nelle partite precedenti.
7 - Milan - Facile vittoria in casa contro un Cagliari fin troppo arrendevole. Migliore in campo Balotelli che fa inventa, fa assist e segna. Giocatore completo.
6 - Bologna & Sampdoria - Divertente pareggio allo Stadio Dall'Ara di Bologna, dove l'idolo del web Moscardelli ha dimostrato il suo vero valore segnando il gol del vantaggio bolognese. Per la Sampdoria a segno Eder e Gabbiadini, per il Bologna Konè (con una delle sue rovesciate), oltre che al già citato Moscardelli.
5 - Parma - Il Friuli è un campo ostico, si sa. E con molti nuovi innesti era difficile tentare di vincere. Bene Antonio Cassano che segna il suo primo gol con la maglia crociata.
4 - Verona - Impotente per tutta la partita contro lo strapotere della Roma. Toni lasciato solo in attacco e difesa non impeccabile come contro il Milan. Da rivedere.
3 - Lazio - Ancora una sconfitta imbarazzante contro la Juventus, che gliene rifila altri 4, arrivando a 8 gol in due partite. Novaretti inadeguato per il calcio italiano, Klose non può reggere tutto il peso dell'attacco a 36 anni.
MILAN - Bene contro il Cagliari
Inizia subito bene il nuovo - si fa per dire - Milan col trequartista. A fare la differenza nella prima mezz'ora è sicuramente Balotelli: suo il cross che ha permesso a Robinho di andare in rete dopo 15 gare ufficiali all'asciutto. Proprio da un destro violento di Balotelli, respinto da una grande parata di Agazzi, nasce poi il raddoppio rossonero con Mexes lesto nel raccogliere la respinta del n.1 sardo e depositare nel sacco. In entrambe le reti pesa come un macigno la marcatura blanda di Dessena. La reazione del Cagliari arriva subito dopo il 2-0 con un gran destro di Sau dal limite: al primo tiro in porta la formazione di Lopez va in gol rientrando immediatamente in partita. Nella ripresa i sardi ripartono con la grinta e il carattere con cui avevano chiuso il primo tempo mettendo più volte in difficoltà la difesa di casa. Al 17′, però, nel momento migliore degli ospiti, Mario Balotelli raccoglie una respinta corta di Ariaudo su cross di Abate, e scarica in porta di destro dal limite dell'area piccola. Poco dopo Sau avrebbe il pallone per accorciare nuovamente il risultato, ma Abbiati questa volta lo ipnotizza. Poi c'è il tempo per il ritorno a San Siro con la maglia rossonera di Alessandro Matri. Per l'ex Cagliari un colpo di testa sul fondo e tanto movimento.
MILAN-CAGLIARI 3-1
MILAN (4-3-1-2): Abbiati 6; Abate 6.5, Mexes 6.5, Zapata 6, Emanuelson 6; Poli 6 (33′ st Nocerino sv), De Jong 6.5, Muntari 6.5; Montolivo 6 (43′ st El Shaarawy sv); Robinho 6.5 (20′ st Matri 6), Balotelli 7. All. Allegri.
CAGLIARI (4-3-1-2): Agazzi 5.5; Dessena 5, Rossettini 5.5; Ariaudo 5.5, Murru 5.5; Cabrera 5 (14′ st Ibarbo 5.5), Conti 5.5, Nainggolan 6; Ekdal 5.5; Sau 6 (34′ st Eriksson sv), Pinilla 5 (26′ st Nenè 5). All. Lopez.
ARBITRO: Russo di Nola
MARCATORI: 8' pt Robinho, 31' pt Mexes, 33' pt Sau; 17' st Balotelli.
NOTE: spettatori 45.000. Ammoniti: Conti, De Jong. Angoli: 6-4 per il Cagliari. Recupero: 1'; 3'.
MILAN-CAGLIARI 3-1
MILAN (4-3-1-2): Abbiati 6; Abate 6.5, Mexes 6.5, Zapata 6, Emanuelson 6; Poli 6 (33′ st Nocerino sv), De Jong 6.5, Muntari 6.5; Montolivo 6 (43′ st El Shaarawy sv); Robinho 6.5 (20′ st Matri 6), Balotelli 7. All. Allegri.
CAGLIARI (4-3-1-2): Agazzi 5.5; Dessena 5, Rossettini 5.5; Ariaudo 5.5, Murru 5.5; Cabrera 5 (14′ st Ibarbo 5.5), Conti 5.5, Nainggolan 6; Ekdal 5.5; Sau 6 (34′ st Eriksson sv), Pinilla 5 (26′ st Nenè 5). All. Lopez.
ARBITRO: Russo di Nola
MARCATORI: 8' pt Robinho, 31' pt Mexes, 33' pt Sau; 17' st Balotelli.
NOTE: spettatori 45.000. Ammoniti: Conti, De Jong. Angoli: 6-4 per il Cagliari. Recupero: 1'; 3'.
CALCIOMERCATO - Ultimo giorno
ECCO TUTTI GLI AFFARI UFFICIALI DELL'ULTIMO GIORNO DI MERCATO:
23.48 Sunderland, UFFICIALE: Sessegnon al West Bromwich Albion
23:44 Parma, UFFICIALE: arriva Jorquera dal Genoa
23:38 Lecce, UFFICIALE: Falco ceduto alla Reggina
23:37 Arsenal, UFFICIALE: dal Real Madrid ecco Ozil
23:33 Sampdoria, UFFICIALE: preso Barillà dalla Reggina
23:28 Udinese, UFFICIALE: Torje all'Espanyol
23:24 Lazio, UFFICIALE: Bizzarri al Genoa
23:21 Napoli, UFFICIALE: Dossena al Sunderland
23:50 Borussia Dortmund, UFFICIALE: in porta torna Focher
23:19 Poggibonsi, UFFICIALE: Tsipouras ha rescisso
23:15 Genoa, UFFICIALE: preso Calaiò dal Napoli
23:14 Liverpool, UFFICIALE: Borini ceduto al Sunderland
23:11 Chievo, UFFICIALE: preso Pucino dal Varese
23:10 Verona, UFFICIALE: Donadel dal Napoli
23:03 Tottenham, UFFICIALE: Assou-Ekotto al Queens Park Rangers
22:59 Genoa, UFFICIALE: preso Fetfatzidis
22:58 Sampdoria, UFFICIALE: Martinelli al Venezia
22:55 Sassuolo, UFFICIALE: preso Pegolo, Pavoletti a Varese
22:46 Monaco, UFFICIALE: Tzavellas in patria al Paok
22.30 Genoa, UFFICIALE: arriva Calaiò
22:18 Liverpool, UFFICIALE: Pacheco ceduto in Spagna
22:08 Lokomotiv Plovdiv, UFFICIALE: preso Chris Gadi
22:02 Sturm Graz, UFFICIALE: arriva Pliquett
21:45 Fulham, UFFICIALE: Bettinelli resta all'Accrington
21:41 Real Madrid, UFFICIALE: Antonio Adam ha rescisso
21.20 Torino, UFFICIALE: firma il portiere Berni
21:15 Brescia, UFFICIALE: Quaggiotto alla Lumezzane
20:57 Columbus, UFFICIALE: Warzycha è stato esonerato
20:52 Milan, UFFICIALE: preso Kakà dal Real Madrid
20:47 Bassano Virtus, UFFICIALE: due arrivi dal Chievo
20:42 Modena, UFFICIALE: preso Cionek dal Padova
20:37 Barcellona, UFFICIALE: Cuenca e Afellay restano
20:35 Stoccarda, UFFICIALE: in difesa arriva Haggui
20:33 Malaga, UFFICIALE: Portillo rinnova
20:29 Juventus, UFFICIALE: Gouano e Ceria all'Atalanta
20:28 Hellas Verona, UFFICIALE: preso Iturbe dal Porto
20:26 Manchester City: UFFICIALE il prestito di Mohammed Abu
20:26 Vicenza, UFFICIALE: Danti alla Nocerina, Imparato al Sorrento
20:15 Poggibonsi, UFFICIALE: preso Menegaz, ceduto Bedin
20:14 PSG, UFFICIALE: Kebano in Belgio
20:09 Panathinaikos, UFFICIALE: arriva il nazionale croato Schildenfeld
20:08 Aston Villa: UFFICIALE l'addio di Barry Bannan
20:05 Novara, UFFICIALE: tesserato Tomasig
20:01 Fiorentina, UFFICIALE: Agyei al Benevento
19:55 Ex PSG Arnaud: UFFICIALE, firma per lo Slask Wroclaw
19:50 Everton, UFFICIALE: Francisco Junior al Vitesse
19:48 Valenciennes, UFFICIALE: ceduto Djuric all'Odense
19:42 Chelsea, UFFICIALE: Davila al Cordoba
19:36 Chievo, UFFICIALE: preso Steffé
19:32 Lazio, UFFICIALE: Kozak all'Aston Villa
19:27 Crystal Palace, UFFICIALE: preso il difensore Mariappa
19:24 Stoke City, UFFICIALE: Ireland in prestito
19:10 UFFICIALE Brescia: arriva Grossi
19:08 Palermo, UFFICIALE: Viviano all'Arsenal, presi Belotti e Verre
18:59 Cagliari, UFFICIALE: Ibraimi dal Maribor
18:56 Parma, UFFICIALE: acquisita la metà di Ceppitelli dal Bari
18:51 Cska Mosca, UFFICIALE: è fatta per Vitinho dal Botafogo
18:48 Genoa, UFFICIALE: preso il marocchino Jawad
18:46 Tom Tomsk: UFFICIALE, ecco Holenda
18:44 Augsburg, UFFICIALE: Bance al Fortuna Dusseldorf
18:34 Fiorentina, UFFICIALE: Bernardeschi al Crotone
18:21 Lazio, UFFICIALE: tesserato Perea
18:10 Genoa, UFFICIALE: firma Centurion
18:03 Chievo, UFFICIALE: Ardemagni dall'Atalanta
17:47 Chelsea, UFFICIALE: Hutchinson al Vitesse
17:39 Inter, UFFICIALE: Obi al Parma
17:27 Barletta, UFFICIALE: arriva il baby Volpe
17:24 Parma, UFFICIALE: preso il portiere Russo dal Brescia
17:22 Catania, UFFICIALE: Doukara ceduto alla Juve Stabia
17:02 Jhon Cordoba, UFFICIALE: va all'Espanyol
16:38 Juventus, UFFICIALE: il Malaka Martinez al Novara
16:30 Krylya Sovetov, UFFICIALE: Grigalava all'Anzhi, c'è Nadson
16:10 Livorno, UFFICIALE: scambio col Padova Anania-Mazzoni
15:59 Southampton, UFFICIALE: il gioiellino Mayuka al Sochaux
15:48 Amburgo, UFFICIALE: Skjelbred all'Hertha per Lasogga
15:42 Catania, UFFICIALE: Plasil dal Bordeaux
15:30 Nantes, UFFICIALE: presi Audel e Nicolita
15:28 Sampdoria, UFFICIALE: preso Bjarnason
15:13 Lanciano, UFFICIALE: dalla Juve arriva Buchel
15:05 Juventus, UFFICIALE: Larini in prestito al Prato
14:49 Birmingham City: UFFICIALE l'arrivo di Paul Caddis
14:45 Chievo, UFFICIALE: Inglese in prestito al Carpi
14:34 Chievo, UFFICIALE: preso Kupisz
14:32 Parma, UFFICIALE: preso Russo dal Brescia
14:24 Novara, UFFICIALE: Libertazzi alla Pro Vercelli
14:13 Krasnodar Fc, UFFICIALE: rescinde Drincic
14:01 Monaco, UFFICIALE: Kagelmacher al Valenciennes
13:53 Bologna, UFFICIALE: ceduto Abero all'Avellino
13:41 Sassuolo, UFFICIALE: dalla Juventus ecco Marrone
13:40 Blackburn, UFFICIALE: Givet all'Arles-Avignon con Aleksic
13:32 Wolfsburg, UFFICIALE: ceduto Helmes al Colonia
13:29 Juventus, UFFICIALE: acquistata la metà di Berardi
13:28 Augsburg, UFFICIALE: preso un difensore sudcoreano
13:26 Milan, UFFICIALE: Petagna alla Sampdoria
13:21 Almeria, UFFICIALE: dal Braga Helder Barbosa
13:18 Chievo, UFFICIALE: dal Livorno ecco Bernardini
13:07 Ajaccio, UFFICIALE: ecco Matthieu Sans
13:02 Carpi, UFFICIALE: arriva Mbakogu dal Padova
12:55 Spezia, UFFICIALE: preso Iemmello, che va al Novara
12:54 Udinese, UFFICIALE: Pozzo si presta Douglas Santos
12:51 Germania, UFFICIALE: Cigerci e Skjelbred all'Hertha Berlino
12:44 Atletico Madrid, UFFICIALE: Guilavogui dal Saint-Etienne
12:40 Standard Liegi: UFFICIALE l'arrivo di Carcela-Gonzalez
11:25 Saint Etienne, UFFICIALE: presi Mollo ed Erding
11:02 Marsiglia, UFFICIALE: Amalfitano al West Bromwich
10:45 Schalke, UFFICIALE: Barnetta all'Eintracht Francoforte
10:18 Werder Brema, UFFICIALE: ex Inter Arnautovic allo Stoke
09:57 Psg, UFFICIALE: Sakho al Liverpool, che prende Ilori e Moses
23.48 Sunderland, UFFICIALE: Sessegnon al West Bromwich Albion
23:44 Parma, UFFICIALE: arriva Jorquera dal Genoa
23:38 Lecce, UFFICIALE: Falco ceduto alla Reggina
23:37 Arsenal, UFFICIALE: dal Real Madrid ecco Ozil
23:33 Sampdoria, UFFICIALE: preso Barillà dalla Reggina
23:28 Udinese, UFFICIALE: Torje all'Espanyol
23:24 Lazio, UFFICIALE: Bizzarri al Genoa
23:21 Napoli, UFFICIALE: Dossena al Sunderland
23:50 Borussia Dortmund, UFFICIALE: in porta torna Focher
23:19 Poggibonsi, UFFICIALE: Tsipouras ha rescisso
23:15 Genoa, UFFICIALE: preso Calaiò dal Napoli
23:14 Liverpool, UFFICIALE: Borini ceduto al Sunderland
23:11 Chievo, UFFICIALE: preso Pucino dal Varese
23:10 Verona, UFFICIALE: Donadel dal Napoli
23:03 Tottenham, UFFICIALE: Assou-Ekotto al Queens Park Rangers
22:59 Genoa, UFFICIALE: preso Fetfatzidis
22:58 Sampdoria, UFFICIALE: Martinelli al Venezia
22:55 Sassuolo, UFFICIALE: preso Pegolo, Pavoletti a Varese
22:46 Monaco, UFFICIALE: Tzavellas in patria al Paok
22.30 Genoa, UFFICIALE: arriva Calaiò
22:18 Liverpool, UFFICIALE: Pacheco ceduto in Spagna
22:08 Lokomotiv Plovdiv, UFFICIALE: preso Chris Gadi
22:02 Sturm Graz, UFFICIALE: arriva Pliquett
21:45 Fulham, UFFICIALE: Bettinelli resta all'Accrington
21:41 Real Madrid, UFFICIALE: Antonio Adam ha rescisso
21.20 Torino, UFFICIALE: firma il portiere Berni
21:15 Brescia, UFFICIALE: Quaggiotto alla Lumezzane
20:57 Columbus, UFFICIALE: Warzycha è stato esonerato
20:52 Milan, UFFICIALE: preso Kakà dal Real Madrid
20:47 Bassano Virtus, UFFICIALE: due arrivi dal Chievo
20:42 Modena, UFFICIALE: preso Cionek dal Padova
20:37 Barcellona, UFFICIALE: Cuenca e Afellay restano
20:35 Stoccarda, UFFICIALE: in difesa arriva Haggui
20:33 Malaga, UFFICIALE: Portillo rinnova
20:29 Juventus, UFFICIALE: Gouano e Ceria all'Atalanta
20:28 Hellas Verona, UFFICIALE: preso Iturbe dal Porto
20:26 Manchester City: UFFICIALE il prestito di Mohammed Abu
20:26 Vicenza, UFFICIALE: Danti alla Nocerina, Imparato al Sorrento
20:15 Poggibonsi, UFFICIALE: preso Menegaz, ceduto Bedin
20:14 PSG, UFFICIALE: Kebano in Belgio
20:09 Panathinaikos, UFFICIALE: arriva il nazionale croato Schildenfeld
20:08 Aston Villa: UFFICIALE l'addio di Barry Bannan
20:05 Novara, UFFICIALE: tesserato Tomasig
20:01 Fiorentina, UFFICIALE: Agyei al Benevento
19:55 Ex PSG Arnaud: UFFICIALE, firma per lo Slask Wroclaw
19:50 Everton, UFFICIALE: Francisco Junior al Vitesse
19:48 Valenciennes, UFFICIALE: ceduto Djuric all'Odense
19:42 Chelsea, UFFICIALE: Davila al Cordoba
19:36 Chievo, UFFICIALE: preso Steffé
19:32 Lazio, UFFICIALE: Kozak all'Aston Villa
19:27 Crystal Palace, UFFICIALE: preso il difensore Mariappa
19:24 Stoke City, UFFICIALE: Ireland in prestito
19:10 UFFICIALE Brescia: arriva Grossi
19:08 Palermo, UFFICIALE: Viviano all'Arsenal, presi Belotti e Verre
18:59 Cagliari, UFFICIALE: Ibraimi dal Maribor
18:56 Parma, UFFICIALE: acquisita la metà di Ceppitelli dal Bari
18:51 Cska Mosca, UFFICIALE: è fatta per Vitinho dal Botafogo
18:48 Genoa, UFFICIALE: preso il marocchino Jawad
18:46 Tom Tomsk: UFFICIALE, ecco Holenda
18:44 Augsburg, UFFICIALE: Bance al Fortuna Dusseldorf
18:34 Fiorentina, UFFICIALE: Bernardeschi al Crotone
18:21 Lazio, UFFICIALE: tesserato Perea
18:10 Genoa, UFFICIALE: firma Centurion
18:03 Chievo, UFFICIALE: Ardemagni dall'Atalanta
17:47 Chelsea, UFFICIALE: Hutchinson al Vitesse
17:39 Inter, UFFICIALE: Obi al Parma
17:27 Barletta, UFFICIALE: arriva il baby Volpe
17:24 Parma, UFFICIALE: preso il portiere Russo dal Brescia
17:22 Catania, UFFICIALE: Doukara ceduto alla Juve Stabia
17:02 Jhon Cordoba, UFFICIALE: va all'Espanyol
16:38 Juventus, UFFICIALE: il Malaka Martinez al Novara
16:30 Krylya Sovetov, UFFICIALE: Grigalava all'Anzhi, c'è Nadson
16:10 Livorno, UFFICIALE: scambio col Padova Anania-Mazzoni
15:59 Southampton, UFFICIALE: il gioiellino Mayuka al Sochaux
15:48 Amburgo, UFFICIALE: Skjelbred all'Hertha per Lasogga
15:42 Catania, UFFICIALE: Plasil dal Bordeaux
15:30 Nantes, UFFICIALE: presi Audel e Nicolita
15:28 Sampdoria, UFFICIALE: preso Bjarnason
15:13 Lanciano, UFFICIALE: dalla Juve arriva Buchel
15:05 Juventus, UFFICIALE: Larini in prestito al Prato
14:49 Birmingham City: UFFICIALE l'arrivo di Paul Caddis
14:45 Chievo, UFFICIALE: Inglese in prestito al Carpi
14:34 Chievo, UFFICIALE: preso Kupisz
14:32 Parma, UFFICIALE: preso Russo dal Brescia
14:24 Novara, UFFICIALE: Libertazzi alla Pro Vercelli
14:13 Krasnodar Fc, UFFICIALE: rescinde Drincic
14:01 Monaco, UFFICIALE: Kagelmacher al Valenciennes
13:53 Bologna, UFFICIALE: ceduto Abero all'Avellino
13:41 Sassuolo, UFFICIALE: dalla Juventus ecco Marrone
13:40 Blackburn, UFFICIALE: Givet all'Arles-Avignon con Aleksic
13:32 Wolfsburg, UFFICIALE: ceduto Helmes al Colonia
13:29 Juventus, UFFICIALE: acquistata la metà di Berardi
13:28 Augsburg, UFFICIALE: preso un difensore sudcoreano
13:26 Milan, UFFICIALE: Petagna alla Sampdoria
13:21 Almeria, UFFICIALE: dal Braga Helder Barbosa
13:18 Chievo, UFFICIALE: dal Livorno ecco Bernardini
13:07 Ajaccio, UFFICIALE: ecco Matthieu Sans
13:02 Carpi, UFFICIALE: arriva Mbakogu dal Padova
12:55 Spezia, UFFICIALE: preso Iemmello, che va al Novara
12:54 Udinese, UFFICIALE: Pozzo si presta Douglas Santos
12:51 Germania, UFFICIALE: Cigerci e Skjelbred all'Hertha Berlino
12:44 Atletico Madrid, UFFICIALE: Guilavogui dal Saint-Etienne
12:40 Standard Liegi: UFFICIALE l'arrivo di Carcela-Gonzalez
11:25 Saint Etienne, UFFICIALE: presi Mollo ed Erding
11:02 Marsiglia, UFFICIALE: Amalfitano al West Bromwich
10:45 Schalke, UFFICIALE: Barnetta all'Eintracht Francoforte
10:18 Werder Brema, UFFICIALE: ex Inter Arnautovic allo Stoke
09:57 Psg, UFFICIALE: Sakho al Liverpool, che prende Ilori e Moses
Mesut Ozil (dal Real Madrid all'Arsenal) |
INTER - Show dei nerazzurri a Catania
L'Inter sta tornando grande, due indizi fanno una prova. Dopo il positivo esordio casalingo contro il Genoa, la squadra di Mazzarri ottiene una vittoria ancora più difficile allo stadio 'Massimino' di Catania. I nerazzurri hanno superato i ragazzi di Maran per 3-0 grazie alle reti di Palacio (19'), Nagatomo (55') e Ricky Alvarez (80'). Prestazione cinica degli ospiti, mentre da rivedere quella degli etnei che adesso dovranno fare a meno anche di Barrientos, pronto a volare in Qatar.
Netta e meritata l'affermazione dell'Inter quindi, che arriva alla pausa con tante certezze in più ed è pronta ad affrontare la Juventus, al ritorno, con meno paure. Bergessio e Castro si fanno subito vivi dalle parti di Handanovic, che blocca però senza problemi. Palacio prova a rompere l'assedio etneo, quindi Leto salta Nagatomo ma spreca malamente calciando addosso al portiere sloveno da due passi. Non c'è un attimo di tregua: Guarin fila via sulla destra, palla dentro per Ricky Alvarez che schiaccia malamente il sinistro da buona posizione. Non sbaglia invece Palacio. Ma il merito è quasi tutto di Jonathan, che punta Monzon e lo dribbla con grande facilita', crossando in mezzo per l'ex Genoa che di piatto sinistro porta l'Inter in vantaggio. Il Catania fatica a riorganizzarsi, prova a risvegliarlo Tachtsidis con un gran sinistro dai 25 metri che sibila vicino al palo. Si fa male Izco, Maran sceglie Maxi Lopez, mentre Mazzarri deve rinunciare al rientrante Kovacic: tocca a Taider.
Al rientro dagli spogliatoi l'Inter va a un passo dal raddoppio con Nagatomo che, servito da un assist di Guarin, non incrocia abbastanza il colpo di testa, trovando comunque un ottimo Andujar. Inter pericolosa in contropiede, all'11′ mette un altro mattone verso i tre punti: da Jonathan a Palacio, splendido il cross del Trenza per Nagatomo che di testa stavolta non sbaglia e infila anche lui il suo secondo gol stagionale. Il Catania accusa il colpo, Maran prova a scuoterlo inserendo anche Doukara (per Leto); Mazzarri risponde con Belfodil per Guarin. Brividi in area nerazzurra attorno al 25′, quando Handanovic respinge due volte sui pericolosissimi cross di Doukara, prima che Monzon spari forte in mezzo trovando il salvataggio di Cambiasso su Bergessio. L'Inter riparte con Taider e Palacio avrebbe tante occasioni potenziali per il tris - che arriverebbe anche con Belfodil, giustamente annullato il gol dell'algerino per fuorigioco - e lo firma con una perla assoluta di Alvarez. L'argentino al 35′ prende palla sulla trequarti, fa fuori un paio di avversari e sull'uscita di Andujar angola alla perfezione, firmando una rete d'autore e regalando all'Inter altri tre punti, mentre Belfodil nel recupero sfiora due volte il poker.
Netta e meritata l'affermazione dell'Inter quindi, che arriva alla pausa con tante certezze in più ed è pronta ad affrontare la Juventus, al ritorno, con meno paure. Bergessio e Castro si fanno subito vivi dalle parti di Handanovic, che blocca però senza problemi. Palacio prova a rompere l'assedio etneo, quindi Leto salta Nagatomo ma spreca malamente calciando addosso al portiere sloveno da due passi. Non c'è un attimo di tregua: Guarin fila via sulla destra, palla dentro per Ricky Alvarez che schiaccia malamente il sinistro da buona posizione. Non sbaglia invece Palacio. Ma il merito è quasi tutto di Jonathan, che punta Monzon e lo dribbla con grande facilita', crossando in mezzo per l'ex Genoa che di piatto sinistro porta l'Inter in vantaggio. Il Catania fatica a riorganizzarsi, prova a risvegliarlo Tachtsidis con un gran sinistro dai 25 metri che sibila vicino al palo. Si fa male Izco, Maran sceglie Maxi Lopez, mentre Mazzarri deve rinunciare al rientrante Kovacic: tocca a Taider.
Al rientro dagli spogliatoi l'Inter va a un passo dal raddoppio con Nagatomo che, servito da un assist di Guarin, non incrocia abbastanza il colpo di testa, trovando comunque un ottimo Andujar. Inter pericolosa in contropiede, all'11′ mette un altro mattone verso i tre punti: da Jonathan a Palacio, splendido il cross del Trenza per Nagatomo che di testa stavolta non sbaglia e infila anche lui il suo secondo gol stagionale. Il Catania accusa il colpo, Maran prova a scuoterlo inserendo anche Doukara (per Leto); Mazzarri risponde con Belfodil per Guarin. Brividi in area nerazzurra attorno al 25′, quando Handanovic respinge due volte sui pericolosissimi cross di Doukara, prima che Monzon spari forte in mezzo trovando il salvataggio di Cambiasso su Bergessio. L'Inter riparte con Taider e Palacio avrebbe tante occasioni potenziali per il tris - che arriverebbe anche con Belfodil, giustamente annullato il gol dell'algerino per fuorigioco - e lo firma con una perla assoluta di Alvarez. L'argentino al 35′ prende palla sulla trequarti, fa fuori un paio di avversari e sull'uscita di Andujar angola alla perfezione, firmando una rete d'autore e regalando all'Inter altri tre punti, mentre Belfodil nel recupero sfiora due volte il poker.
FIORENTINA - Doppiette di Gomez e Rossi
Aveva chiesto ai suoi di tornare a divertirsi in campo ed è stato preso in parola Vincenzo Montella. La sua Fiorentina rifila un pokerissimo a domicilio al Genoa (5-2) tenendo così il passo delle grandi dopo due giornate, che la vedono a punteggio pieno. Un successo importante, perché arrivato tre giorni dopo il sofferto passaggio del turno in Europa League, ma soprattutto perché griffato dalle doppiette di 'Pepitò Rossi e di Mario Gomez (primi gol italiani per l'ex Bayern), con un bel contributo anche del portiere Neto, reduce dal grave errore contro il Grasshopper al 'Franchi'.
Insomma cominciano a pagare in moneta sonante gli investimenti sul mercato della famiglia Della Valle, mentre ha di che riflettere la squadra di Liverani che incassa un altro ko dopo quello all'esordio contro l'Inter. Soprattutto c'è da ripensare attentamente a un primo tempo da film dell'orrore, con tanti errori pagati a caro prezzo. E magari bisogna farlo subito, prima della chiusura del mercato, per capire se si può aggiustare qualcosa in extremis.
Pronti via e i viola vanno vicinissimi al vantaggio: Gomez gira sul palo e da due passi incredibilmente manda alto. Ma passano pochi minuti e i gigliati passano: Aquilani riceve palla in area da un compagno su azione da corner e di testa batte Perin da pochi passi. E prima del quarto d'ora Rossi si fa perdonare l'errore precedente, insaccando da fuori area, con la complicità di Perin che si fa carambolare alle spalle la sfera.
Dopo un paio di schiaffoni i Grifoni si svegliano, ma Neto chiude la saracinesca opponendosi per due volte a Gilardino. E prima dell'intervallo arriva il tris, quando Pasqual mette in area un cross basso, Gomez anticipa i centrali del Genoa e di piatto segna da pochi metri.
I padroni di casa tornano dagli spogliatoi più determinati e sfruttando un preciso lancio del neo entrato Matuzalem è Gilardino, con un bel diagonale in corsa al volo, a riaprire il match. Illusione che dura appena u minuto, visto che la coppia Gomez-Rossi confeziona il 4-1.
Al quarto d'ora per una trattenuta di Campper su Gilardino in area, Celi assegna rigore e Lodi segna spiazzando Neto. Il Genoa ci prova con il cuore, ma i viola gestiscono, anche se nel finale Montella viene allontanato per proteste. In pieno recupero, comunque, rimette le cose a posto anche nel punteggio Gomez, sempre su rigore, per fallo di Sampirisi (rosso per doppia ammonizione) su Mati Fernandez. Alla ripresa, dopo la sosta, ci sarà Fiorentina-Cagliari e il popolo viola sogna il tris vincente, mentre per il Genoa c'è un derby da non fallire.
GENOA - FIORENTINA 2-5
Genoa (4-3-3): Perin 5, Sampirisi 4.5, Portanova 5, Manfredini 5, Antonelli 6; Biondini 5.5, Lodi 5.5, Kucka 5; Santana 5 (1′ st Matuzalem 6), Floro Flores 5 (13′ st Konatè 5.5), Gilardino 6.5. (32 Donnarumma, 38 Zima, 3 Antonini, 4 De Maio, 5 Gamberini, 14 Cofie, 69 Sturaro, 93 Jara Martinez, 94 Blaze). All: Liverani 5.
Fiorentina (4-3-1-2): Neto 7; Tomovic 6, Gonzalo Rodriguez 6, Compper 5.5, Pasqual 6; Aquilani 6.5, Pizarro 5.5 (21′ st Mati Fernandez 6), Ambrosini 6; Borja Valero 6 (45′ st Wolski sv); Gomez 7, Rossi 7 (32′ st Ilicic sv). (78 Munua, 3 Marcos, 8 Bakic, 11 Cuadrado, 15 Savic, 17 Joaquin, 18 Vecino, 30 Matos, 77 Iakovenko). All. Montella 7.
Arbitro: Celi di Bari 5.
Reti: nel pt 10′ Aquilani (F), 14′ Rossi (F), 41′ Gomez (F); nel st 9′ Gilardino (G), 10′ Rossi (F), 15′ Lodi (G) rig., 48′ Gomez (F) rig.
Espulso: Montella (all. Fiorentina) al 43′ st per proteste, Sampirisi (G) al 47′ st per doppia ammonizione.
Ammoniti: Neto (F) per condotta antiregolamentare, Compper (F) e Manfredini (G) per gioco falloso.
Angoli: 11-2 per il Genoa.
Recupero: pt 1′, st 5′.
Spettatori: 23.000
Insomma cominciano a pagare in moneta sonante gli investimenti sul mercato della famiglia Della Valle, mentre ha di che riflettere la squadra di Liverani che incassa un altro ko dopo quello all'esordio contro l'Inter. Soprattutto c'è da ripensare attentamente a un primo tempo da film dell'orrore, con tanti errori pagati a caro prezzo. E magari bisogna farlo subito, prima della chiusura del mercato, per capire se si può aggiustare qualcosa in extremis.
Pronti via e i viola vanno vicinissimi al vantaggio: Gomez gira sul palo e da due passi incredibilmente manda alto. Ma passano pochi minuti e i gigliati passano: Aquilani riceve palla in area da un compagno su azione da corner e di testa batte Perin da pochi passi. E prima del quarto d'ora Rossi si fa perdonare l'errore precedente, insaccando da fuori area, con la complicità di Perin che si fa carambolare alle spalle la sfera.
Dopo un paio di schiaffoni i Grifoni si svegliano, ma Neto chiude la saracinesca opponendosi per due volte a Gilardino. E prima dell'intervallo arriva il tris, quando Pasqual mette in area un cross basso, Gomez anticipa i centrali del Genoa e di piatto segna da pochi metri.
I padroni di casa tornano dagli spogliatoi più determinati e sfruttando un preciso lancio del neo entrato Matuzalem è Gilardino, con un bel diagonale in corsa al volo, a riaprire il match. Illusione che dura appena u minuto, visto che la coppia Gomez-Rossi confeziona il 4-1.
Al quarto d'ora per una trattenuta di Campper su Gilardino in area, Celi assegna rigore e Lodi segna spiazzando Neto. Il Genoa ci prova con il cuore, ma i viola gestiscono, anche se nel finale Montella viene allontanato per proteste. In pieno recupero, comunque, rimette le cose a posto anche nel punteggio Gomez, sempre su rigore, per fallo di Sampirisi (rosso per doppia ammonizione) su Mati Fernandez. Alla ripresa, dopo la sosta, ci sarà Fiorentina-Cagliari e il popolo viola sogna il tris vincente, mentre per il Genoa c'è un derby da non fallire.
GENOA - FIORENTINA 2-5
Genoa (4-3-3): Perin 5, Sampirisi 4.5, Portanova 5, Manfredini 5, Antonelli 6; Biondini 5.5, Lodi 5.5, Kucka 5; Santana 5 (1′ st Matuzalem 6), Floro Flores 5 (13′ st Konatè 5.5), Gilardino 6.5. (32 Donnarumma, 38 Zima, 3 Antonini, 4 De Maio, 5 Gamberini, 14 Cofie, 69 Sturaro, 93 Jara Martinez, 94 Blaze). All: Liverani 5.
Fiorentina (4-3-1-2): Neto 7; Tomovic 6, Gonzalo Rodriguez 6, Compper 5.5, Pasqual 6; Aquilani 6.5, Pizarro 5.5 (21′ st Mati Fernandez 6), Ambrosini 6; Borja Valero 6 (45′ st Wolski sv); Gomez 7, Rossi 7 (32′ st Ilicic sv). (78 Munua, 3 Marcos, 8 Bakic, 11 Cuadrado, 15 Savic, 17 Joaquin, 18 Vecino, 30 Matos, 77 Iakovenko). All. Montella 7.
Arbitro: Celi di Bari 5.
Reti: nel pt 10′ Aquilani (F), 14′ Rossi (F), 41′ Gomez (F); nel st 9′ Gilardino (G), 10′ Rossi (F), 15′ Lodi (G) rig., 48′ Gomez (F) rig.
Espulso: Montella (all. Fiorentina) al 43′ st per proteste, Sampirisi (G) al 47′ st per doppia ammonizione.
Ammoniti: Neto (F) per condotta antiregolamentare, Compper (F) e Manfredini (G) per gioco falloso.
Angoli: 11-2 per il Genoa.
Recupero: pt 1′, st 5′.
Spettatori: 23.000
CALCIOMERCATO - Kakà al Milan
La telenovela che ha animato le ultime sessioni di calciomercato è finalmente giunta alla fine: Ricardo Kakà è pronto a tornare in Italia, al Milan. Il 31enne fantasista brasiliano nelle prossime ore firmerà un biennale da 4 milioni di euro più bonus con i rossoneri che hanno trovato un accordo con il Real Madrid per avere il cartellino gratuito del calciatore che, dunque, torna a Milan a titolo definitivo.
A confermare il buon esito della trattativa è stato lo stesso Adriano Galliani che a Madrid nella serata di domenica ha confermato di aver trovato l’accordo con il club merengue e poi nelle prime ore della notte ha concluso l'accordo anche con l'entourage del giocatore.
Da sottolineare anche il sacrificio di Kakà che si ridurrà sensibilmente il mercato, dimezzandosi lo stipendio da 10 milioni a 4 milioni di euro a stagione più bonus. Il brasiliano, partito alle ore 10 da Madrid, è atteso a Milano verso le 12, ai voli privati di Linate, per la firma e le visite mediche di rito, l'ultimo passo di questa rapida ma faticosa trattativa.
Ecco le prime parole del nuovo capitolo dell'avventura rossonera di Kakà: "Torno a casa, sono felice, abbiamo una grande squadra. Voglio emozionarmi ancora, ieri ho visto il mio Milan, avrò la maglia numero 22. San Siro? Non vedo l’ora…".
A confermare il buon esito della trattativa è stato lo stesso Adriano Galliani che a Madrid nella serata di domenica ha confermato di aver trovato l’accordo con il club merengue e poi nelle prime ore della notte ha concluso l'accordo anche con l'entourage del giocatore.
Da sottolineare anche il sacrificio di Kakà che si ridurrà sensibilmente il mercato, dimezzandosi lo stipendio da 10 milioni a 4 milioni di euro a stagione più bonus. Il brasiliano, partito alle ore 10 da Madrid, è atteso a Milano verso le 12, ai voli privati di Linate, per la firma e le visite mediche di rito, l'ultimo passo di questa rapida ma faticosa trattativa.
Ecco le prime parole del nuovo capitolo dell'avventura rossonera di Kakà: "Torno a casa, sono felice, abbiamo una grande squadra. Voglio emozionarmi ancora, ieri ho visto il mio Milan, avrò la maglia numero 22. San Siro? Non vedo l’ora…".
Ricardo Kakà |
01 settembre 2013
ROMA - I giallorossi dominano il Verona
La Roma ripete in fotocopia la prestazione di Livorno e per l'ottava volta consecutiva piega il Verona all'Olimpico. Una vittoria convincente (3-0) che, al di là delle ultime operazioni di mercato ancora da portare a termine, conferma che la squadra giallorossa ha davvero trovato un'anima e un'impalcatura di gioco in grado di poter regalare diverse soddisfazioni ai propri tifosi.
Il Verona esce ridimensionato dopo il sorprendente successo sul Milan all'esordio ma non deve abbattersi. Per quasi un'ora la squadra è piaciuta per dedizione e personalità. Poi, dopo l'autorete di cacciatore, è inevitabilmente crollata psicologicamente. Ma ha i tutti i mezzi per potersi salvare senza patemi.
Recuperato Strootman, Garcia lo ha subito inserito nella squadra titolare al posto di Bradley. Davanti, Gervinho ha vinto il duello con Ljajic e Borriello, a conferma che l'ex genoano non rientra più nei piani della società. Mandorlini, privo dell'infortunato Albertazzi, ha replicato spostando a sinistra Cacciatore e abbassando a destra Romulo in modo da ridare spazio a centrocampo al ristabilito Hallfredsson.
La Roma ha preso il possesso del centrocampo fin dai primi minuti, grazie a un preciso fraseggio, ma non è riuscita a passare: Florenzi, lanciato solo davanti alla porta da De Rossi, non ha incredibilmente trovato lo specchio, Pjanic, lo stesso De Rossi, Totti e Strootman hanno dovuto fare i conti con un attento Rafael che non si è mai fatto sorprendere dalle velenose conclusioni da lontano dei giallorossi.
E il Verona? Bravo a raddoppiare in chiusura sugli esterni grazie al sacrificio di Jankovic e Martinho, non è rimasto a guardare e in un paio di circostanze, specie quando è riuscito a mettere in modo Toni, ha tenuto in allerta Castan e Benatia che, comunque, hanno fatto buona guardia davanti a De Sanctis.
La Roma ha stretto i tempi in avvio di ripresa. E subito dopo l'ingresso di Ljajic al posto di Florenzi è passata, anche se con un pizzico di fortuna: De Rossi ha pescato libero in area sulla destra Maicon che con un forte cross ha costretto Cacciatore a tentare una scivolata che si è rivelata imparabile per Rafael.
Il Verona è crollato e la Roma, esattamente come avvenuto una settimana fa a Livorno, ha subito chiuso i conti con una magia di Pjanic che ha sorpreso Rafael fuori dai pali con un pregevole pallonetto da 25 mt. Sulle ali dell'entusiasmo i giallorossi hanno insistito e dopo altre tre occasioni sciupate da Gervinho, Maicon e Balzaretti, hanno triplicato con Ljajic che ha infilato l'angolo con un gran destro da fuori area. L'ex viola ha impiegato appena 14' per segnare il primo gol in giallorosso. E se il buongiorno si vede dal mattino il fantasma di Lamela potrebbe presto finire in soffitta.
La gara è finita qui malgrado il Verona le abbia tentate tutte, senza fortuna, per segnare almeno il gol della bandiera: Hallfredsson ha colpito una traversa, Gomez ha mandato un destro a giro a fil di palo a De Sanctis battuto, Cacia si è visto respingere da Strootman (ottimo anche il suo esordio) un destro a colpo sicuro.
Nel mezzo c'è stato anche l'ennesimo tiro di Gervinho addosso al portiere, a tu per tu con Rafael. L'imprecisione dell'ivoriano è stata l'unica nota stonata della bella serata giallorossa. Forse quello che manca a Garcia è davvero uno che faccia gol sottoporta. Vero Sabatini?
ROMA-VERONA 3-0
Roma (4-3-3): De Sanctis 6, Maicon 7, Benatia 7, Castan 6.5, Balzaretti 6, Pjanic 7.5 (27′ st Bradley 6), De Rossi 7.5, Strootman 7 (42′ st Taddei sv), Florenzi 6 (7′ st Ljaijc 7), Gervinho 6, Totti 7. (1 Lobont, 28 Skorupski, 29 Burdisso, 46 Romagnoli, 35 Torosidis, 3 Dodò, 7 Marquinho, 48 Caprari, 88 Borriello). All.: Garcia.
Verona (4-3-3): Rafael 7, Romulo 6, Moras 5.5, Maietta 5.5, Cacciatore 5.5, Donati 6 (19′ st Sala 6), Jorginho 5.5, Hallfredsson 6, Jankovic 5.5 (19′ st Gomez 6), Toni 5.5 (30′ st Cacia sv), Martinho 6. (31 Mihaylov, 12 Nicolas, 13 Bianchetti, 23 Gonzalez, 14 Cirigliano, 26 Sala, 4 Laner, 7 Longo). All: Mandorlini.
Arbitro: Giacomelli di Trieste 6,5.
Reti: nel st 12′ Maicon, 14′ Pjanic, 21′ Ljaijc.
Angoli: 9 a 3 per la Roma.
Recupero: 0′ e 3′
Ammoniti: Balzaretti, Florenzi, Jankovic e Gomez per gioco falloso
Spettatori: 37.000 (25.000 reali, per la chiusura della Curva Sud)
Il Verona esce ridimensionato dopo il sorprendente successo sul Milan all'esordio ma non deve abbattersi. Per quasi un'ora la squadra è piaciuta per dedizione e personalità. Poi, dopo l'autorete di cacciatore, è inevitabilmente crollata psicologicamente. Ma ha i tutti i mezzi per potersi salvare senza patemi.
Recuperato Strootman, Garcia lo ha subito inserito nella squadra titolare al posto di Bradley. Davanti, Gervinho ha vinto il duello con Ljajic e Borriello, a conferma che l'ex genoano non rientra più nei piani della società. Mandorlini, privo dell'infortunato Albertazzi, ha replicato spostando a sinistra Cacciatore e abbassando a destra Romulo in modo da ridare spazio a centrocampo al ristabilito Hallfredsson.
La Roma ha preso il possesso del centrocampo fin dai primi minuti, grazie a un preciso fraseggio, ma non è riuscita a passare: Florenzi, lanciato solo davanti alla porta da De Rossi, non ha incredibilmente trovato lo specchio, Pjanic, lo stesso De Rossi, Totti e Strootman hanno dovuto fare i conti con un attento Rafael che non si è mai fatto sorprendere dalle velenose conclusioni da lontano dei giallorossi.
E il Verona? Bravo a raddoppiare in chiusura sugli esterni grazie al sacrificio di Jankovic e Martinho, non è rimasto a guardare e in un paio di circostanze, specie quando è riuscito a mettere in modo Toni, ha tenuto in allerta Castan e Benatia che, comunque, hanno fatto buona guardia davanti a De Sanctis.
La Roma ha stretto i tempi in avvio di ripresa. E subito dopo l'ingresso di Ljajic al posto di Florenzi è passata, anche se con un pizzico di fortuna: De Rossi ha pescato libero in area sulla destra Maicon che con un forte cross ha costretto Cacciatore a tentare una scivolata che si è rivelata imparabile per Rafael.
Il Verona è crollato e la Roma, esattamente come avvenuto una settimana fa a Livorno, ha subito chiuso i conti con una magia di Pjanic che ha sorpreso Rafael fuori dai pali con un pregevole pallonetto da 25 mt. Sulle ali dell'entusiasmo i giallorossi hanno insistito e dopo altre tre occasioni sciupate da Gervinho, Maicon e Balzaretti, hanno triplicato con Ljajic che ha infilato l'angolo con un gran destro da fuori area. L'ex viola ha impiegato appena 14' per segnare il primo gol in giallorosso. E se il buongiorno si vede dal mattino il fantasma di Lamela potrebbe presto finire in soffitta.
La gara è finita qui malgrado il Verona le abbia tentate tutte, senza fortuna, per segnare almeno il gol della bandiera: Hallfredsson ha colpito una traversa, Gomez ha mandato un destro a giro a fil di palo a De Sanctis battuto, Cacia si è visto respingere da Strootman (ottimo anche il suo esordio) un destro a colpo sicuro.
Nel mezzo c'è stato anche l'ennesimo tiro di Gervinho addosso al portiere, a tu per tu con Rafael. L'imprecisione dell'ivoriano è stata l'unica nota stonata della bella serata giallorossa. Forse quello che manca a Garcia è davvero uno che faccia gol sottoporta. Vero Sabatini?
ROMA-VERONA 3-0
Roma (4-3-3): De Sanctis 6, Maicon 7, Benatia 7, Castan 6.5, Balzaretti 6, Pjanic 7.5 (27′ st Bradley 6), De Rossi 7.5, Strootman 7 (42′ st Taddei sv), Florenzi 6 (7′ st Ljaijc 7), Gervinho 6, Totti 7. (1 Lobont, 28 Skorupski, 29 Burdisso, 46 Romagnoli, 35 Torosidis, 3 Dodò, 7 Marquinho, 48 Caprari, 88 Borriello). All.: Garcia.
Verona (4-3-3): Rafael 7, Romulo 6, Moras 5.5, Maietta 5.5, Cacciatore 5.5, Donati 6 (19′ st Sala 6), Jorginho 5.5, Hallfredsson 6, Jankovic 5.5 (19′ st Gomez 6), Toni 5.5 (30′ st Cacia sv), Martinho 6. (31 Mihaylov, 12 Nicolas, 13 Bianchetti, 23 Gonzalez, 14 Cirigliano, 26 Sala, 4 Laner, 7 Longo). All: Mandorlini.
Arbitro: Giacomelli di Trieste 6,5.
Reti: nel st 12′ Maicon, 14′ Pjanic, 21′ Ljaijc.
Angoli: 9 a 3 per la Roma.
Recupero: 0′ e 3′
Ammoniti: Balzaretti, Florenzi, Jankovic e Gomez per gioco falloso
Spettatori: 37.000 (25.000 reali, per la chiusura della Curva Sud)
Andrea Mandorlini (All. Verona) |
CALCIOMERCATO - Bale al Real Madrid per 100 milioni
Ora è ufficiale, l'affare più costoso della storia del calcio è concluso: Gareth Bale è un giocatore del Real Madrid, per la cifra di 100 milioni di euro. Il giocatore in arrivo dal Tottenham sarà presentato domani al Bernabeu alle ore 13.
Dopo una lunghissima ed estenuante trattativa con il Tottenham, il club spagnolo comunica l'ingaggio dell'esterno. "Il 24enne gallese si unisce al club bianco dopo essere stato nominato miglior giocatore della Premier League la scorsa stagione, in cui ha segnato 26 gol in 44 partite ufficiali con il Tottenham", si legge sul sito del Real Madrid, che definisce Bale "uno dei migliori giocatori al mondo".
Dopo una lunghissima ed estenuante trattativa con il Tottenham, il club spagnolo comunica l'ingaggio dell'esterno. "Il 24enne gallese si unisce al club bianco dopo essere stato nominato miglior giocatore della Premier League la scorsa stagione, in cui ha segnato 26 gol in 44 partite ufficiali con il Tottenham", si legge sul sito del Real Madrid, che definisce Bale "uno dei migliori giocatori al mondo".
Gareth Bale |
JUVENTUS - Altri 4 gol alla Lazio
Il coltello tra i denti e il sangue agli occhi, sempre, fino al fischio finale. Se volete spiegare a qualcuno cos'è la Juventus di Antonio Conte, fategli vedere i 15′ finali del match di questa sera, quelli che non contavano più nulla, con i tre punti già aggiunti in classifica e un avversario fiaccato nel corpo e nello spirito. Un pressing feroce, la voglia di non fermarsi mai, di dimostrare al campionato che i più forti, anche quest'anno, vestono il bianconero. Ne fa le spese la Lazio, già portata a scuola due settimane fa in Supercoppa: la formazione romana evidenzia delle lacune difensive impressionanti - forse non è sul pur forte Yilmaz che ci si dovrà concentrare negli ultimi giorni di mercato, quanto piuttosto su un centrale degno della prima metà di classifica - che gli incursori juventini acuiscono ogni volta che possono, sfruttando il movimento di Tevez e Vucinic, due che in teoria dovrebbero conoscersi da qualche mese ma che alla prova dei fatti sembrano giocare assieme da un'eternità.
Conte e Petkovic non cambiano nulla rispetto alla prima giornata: bianconeri con Llorente ancora comodamente seduto in panchina, capitolini con Candreva a fungere da seconda punta tattica al fianco di Klose. La prima minaccia è firmata Hernanes: mancino secco dopo 2 minuti, Buffon mette in corner. La Juve non si scompone più di tanto e si piazza stabilmente nella metà campo avversaria. Cana salva in extremis su Vucinic, lanciato alla perfezione da Pirlo: il gol arriva a ridosso del quarto d'ora. Pogba scambia con Tevez, alza la testa e vede il taglio di Vidal: tocco sotto a scavalcare Radu, magistrale lavoro del cileno in fase di preparazione prima e di conclusione poi, con un esterno destro chirurgico sull'uscita di Marchetti. Gli ospiti hanno un sussulto a cavallo del 21′: Candreva calcia da lontanissimo, Buffon si distende e devia in angolo, dalla bandierina va proprio l'ex Parma e Cesena, il cui cross trova Cana solo sul primo palo. Il colpo di testa dell'albanese si spegne a lato, alla Juventus basta riaffacciarsi in avanti per allungare. Bonucci avanza senza pressione, lancio mancino per l'inserimento senza palla di Vidal: rintracciare un unico responsabile nella retroguardia laziale è impresa ardua, con Hernanes e Lulic che non seguono il centrocampista e il trio Novaretti-Cana-Radu totalmente fuori posizione. Il 23 bianconero se ne cura il giusto, mette giù con il destro e di sinistro fa 2-0.
Supercoppa atto secondo? Non da subito. Hernanes ha spazio ai 30 metri, destro potente ma centrale, la respinta di Buffon non è delle migliori: troppa grazia per uno come Klose, scivolata ad anticipare Chiellini e contesa riaperta. Il quarto d'ora che chiude la prima frazione è tutto biancoceleste, anche se i ragazzi di Petkovic non riescono mai a entrare in area e devono limitarsi alle conclusioni da lontano, firmate da Radu, Lulic, Hernanes e Candreva, tutte prive di gloria. Si rientra in campo dopo l'intervallo, la Juventus preme nuovamente l'interruttore e ristabilisce le distanze. Altro lancio lungo di Bonucci, Cana è attirato dal movimento a uscire di Tevez e sale, Novaretti non riesce ad anticipare il taglio di Vucinic: il montenegrino appoggia di precisione, il 3-1 non gli basta e un minuto più tardi va a un niente dal poker, Marchetti respinge. Lazio ormai al tappeto, il pugno del definitivo ko se lo rifila Hernanes, che su un cross di Radu si inventa pallavolista per cercare la porta: secondo giallo e rosso inevitabile, è la parola fine sulla sfida. Resta soltanto un tassello da riempire, quello del gol di Tevez: l'Apache ci va vicino al 27′ - sinistro che colpisce la traversa - e ci riesce al 35′, sfruttando l'ennesimo velo di Vucinic per poi sterzare sull'attacco di Cana e dipingere una traiettoria che si spegne nell'angolo alla destra di Marchetti. L'epilogo non racconta di una Juve appagata: i bianconeri continuano a pressare, correre, tirare in porta. Come ordina l'uomo dalla panchina, che ha plasmato una formazione affamata come non mai.
JUVENTUS-LAZIO 4-1
Juventus (3-5-2): Buffon 6; Barzagli 6 (37′ st Ogbonna sv), Bonucci 7, Chiellini 6.5; Lichtsteiner 6.5 (34′ st Isla sv), Vidal 8, Pirlo 6, Pogba 7.5, Asamoah 6; Tevez 7.5, Vucinic 7.5 (37′ st Quagliarella sv). (Storari, Caceres, Motta, De Ceglie, Peluso, Padoin, Pepe, Giovinco, Llorente). All.: Conte 8
Lazio (4-4-2): Marchetti 6; Cavanda 5 (27′ st Floccari sv), Novaretti 4.5, Cana 4.5, Radu 5; Gonzalez 5.5, Biglia 5 (20′ st Ledesma 5.5), Hernanes 5, Lulic 5; Candreva 6, Klose 6 (37′ st Ederson sv). (Bizzarri, Strakosha, Biava, Dias, Vinicius, Onazi, Pereirinha, Keita, Rozzi). All.: Petkovic 5
Arbitro: Tagliavento di Terni 6.5
Reti: 14′ e 26′ pt Vidal, 28′ pt Klose, 4′ st Vucinic, 35′ st Tevez
Ammonito: Bonucci per gioco falloso
Espulso: Hernanes per doppia ammonizione
Recupero: 1′ e 2′
Spettatori: 38.000
Conte e Petkovic non cambiano nulla rispetto alla prima giornata: bianconeri con Llorente ancora comodamente seduto in panchina, capitolini con Candreva a fungere da seconda punta tattica al fianco di Klose. La prima minaccia è firmata Hernanes: mancino secco dopo 2 minuti, Buffon mette in corner. La Juve non si scompone più di tanto e si piazza stabilmente nella metà campo avversaria. Cana salva in extremis su Vucinic, lanciato alla perfezione da Pirlo: il gol arriva a ridosso del quarto d'ora. Pogba scambia con Tevez, alza la testa e vede il taglio di Vidal: tocco sotto a scavalcare Radu, magistrale lavoro del cileno in fase di preparazione prima e di conclusione poi, con un esterno destro chirurgico sull'uscita di Marchetti. Gli ospiti hanno un sussulto a cavallo del 21′: Candreva calcia da lontanissimo, Buffon si distende e devia in angolo, dalla bandierina va proprio l'ex Parma e Cesena, il cui cross trova Cana solo sul primo palo. Il colpo di testa dell'albanese si spegne a lato, alla Juventus basta riaffacciarsi in avanti per allungare. Bonucci avanza senza pressione, lancio mancino per l'inserimento senza palla di Vidal: rintracciare un unico responsabile nella retroguardia laziale è impresa ardua, con Hernanes e Lulic che non seguono il centrocampista e il trio Novaretti-Cana-Radu totalmente fuori posizione. Il 23 bianconero se ne cura il giusto, mette giù con il destro e di sinistro fa 2-0.
JUVENTUS-LAZIO 4-1
Juventus (3-5-2): Buffon 6; Barzagli 6 (37′ st Ogbonna sv), Bonucci 7, Chiellini 6.5; Lichtsteiner 6.5 (34′ st Isla sv), Vidal 8, Pirlo 6, Pogba 7.5, Asamoah 6; Tevez 7.5, Vucinic 7.5 (37′ st Quagliarella sv). (Storari, Caceres, Motta, De Ceglie, Peluso, Padoin, Pepe, Giovinco, Llorente). All.: Conte 8
Lazio (4-4-2): Marchetti 6; Cavanda 5 (27′ st Floccari sv), Novaretti 4.5, Cana 4.5, Radu 5; Gonzalez 5.5, Biglia 5 (20′ st Ledesma 5.5), Hernanes 5, Lulic 5; Candreva 6, Klose 6 (37′ st Ederson sv). (Bizzarri, Strakosha, Biava, Dias, Vinicius, Onazi, Pereirinha, Keita, Rozzi). All.: Petkovic 5
Arbitro: Tagliavento di Terni 6.5
Reti: 14′ e 26′ pt Vidal, 28′ pt Klose, 4′ st Vucinic, 35′ st Tevez
Ammonito: Bonucci per gioco falloso
Espulso: Hernanes per doppia ammonizione
Recupero: 1′ e 2′
Spettatori: 38.000
NAPOLI - Primo gol di Higuain, battuto il Chievo
Il Napoli è una gioiosa macchina da gol e al Bentegodi conquista il secondo successo di fila in campionato andando a punteggio in pieno in classifica. Il Chievo ha fatto quello che ha potuto e, dopo un primo tempo chiuso sul 2-2, ha alzato bandiera bianca nella ripresa. Ma se contro il Bologna, alla prima di A, il 3-0 aveva esaltato anche la prova difensiva azzurra, oggi a Verona la retroguardia ha messo in evidenza piccoli problemi che Benitez dovrà per forza risolvere per puntare al tricolore.
A sorpresa Benitez, nel suo 4-2-3-1, schiera Insigne al posto di Pandev, con il giovane attaccante, Hamsik e Callejon dietro l'unica punta, Higuain. Difesa a quattro con Maggio, Albiol, Britos e Zuniga. Sannino risponde con un 4-4-2 dove Paloschi, come previsto, vince il ballottaggio in attacco con Pellissier e affianca Thereau. Hetemaj gioca esterno destro, Sestu a sinistra. I primi 20' di gara vedono in campo un grande Napoli che dà la sensazione di poter chiudere presto la partita. Al 9' Puggioni in tuffo salva su un diagonale di Higuain, ma non può nulla al 13' quando un destro dai 25 metri circa di Hamsik s'infila alla sua sinistra.
Il Chievo pareggia al primo tiro in porta. Lancio verso la destra dove Hetemaj non ci pensa due volte e rimette palla in area al volo, col destro. Lì Britos dorme o Reina forse gli chiama il pallone; Paloschi è in agguato e con un tocco fa 1-1. I padroni di casa prendono un po' di coraggio e Dramè con un tiro-cross deviato impegna Reina.
Il Napoli incassa ma reagisce immediatamente e va sul 2-1 al 28': retropassaggio di Hetemaj sulla destra per Sardo, ma Higuain conquista palla, punta il terzino e fa passare la sfera sotto le sue gambe servendo un perfetto assist in area per Callejon che non sbaglia. Secondo gol in due partite di A per il numero 7 azzurro. La partita a questo punto esplode e il Chievo dopo 1' prende un palo con Paloschi che sfrutta un errore difensivo di Maggio.
Al minuto 35 ancora Chievo: bolide di sinistro di Radovanovic da fuori area, Reina respinge in tuffo e poi Thereau, tutto solo, al volo spara sopra la traversa. Sul fronte opposto pregevole triangolo tra Higuain e Hamsik con diagonale del Pipita che fa andare la sfera di pochissimo sul fondo. Al minuto 40 arriva il 2-2: angolo, palla al limite dove Thereau in rovesciata la rimette in area. La raccoglie Paloschi che elude l'intervento di Maggio, se la porta quasi sul fondo destro e beffa Reina. Doppietta per l'attaccante gialloblù.
Nel secondo tempo tornano in campo gli stessi 22 dei primi 45'. Il gioco si blocca e si alternano buone giocate a errori vistosi. Il Napoli non trova spazi e ci prova coi tiri da fuori di Inler, per due volte, senza fortuna. Al 19' però gli azzurri trovano la giocata che incanala il match sul binario giusto: Higuain serve Inler in area, sulla sinistra. Lo svizzero mette il pallone al centro e lì un difensore quasi fa autogol, ma Puggioni para. Sfera che arriva su piedi di Hamsik che non sbaglia.
Benitez cambia qualcosa inserendo Dzemaili per Behrami, Sannino risponde con Acosty per Sestu. Ma chi chiude definitivamente i conti, al 26', è Gonzalo Higuain, sicuramente il migliore in campo: gran palla di Insigne che serve l'argentino centralmente in area. Primo tiro respinto da Puggioni ma il Pipita è ancora lì e, favorito da un rimpallo, segna a porta vuota realizzando così il primo gol in serie A. Sul 4-2 per gli azzurri il Chievo si sgonfia e alza bandiera bianca. Il Napoli non soffre più in difesa e conduce in porto un risultato davvero importante che manda un segnale forte e chiaro alla Juventus: per lo scudetto gli azzurri ci sono.
CHIEVO-NAPOLI 2-4
Chievo (4-4-2): Puggioni 6; Sardo 5, Papp 5,5, Cesar 5,5, Dramè 5,5; Sestu 6 (24′ st Acosty 6), Radovanovic 5,5 (36′ st Improta sv), Rigoni 5,5, Hetemaj 6,5; Thereau 5,5 (30′ st Pellissier sv), Paloschi 7. In panchina: Squizzi, Silvestri, Claiton, Pamic, Frey, Lazarevic, Calello, Samassa, Stoian. Allenatore: Sannino
Napoli (4-2-3-1): Reina 6; Maggio 5, Albiol 6, Britos 5, Zuniga 6; Inler 6, Behrami 5,5 (20′ st Dzemaili 6); Callejon 6,5, Hamsik 7,5 (30′ st Pandev 6), Insigne 6,5; Higuain 7,5 (39′ st Armero sv) In panchina: Rafael, Colombo, Cannavaro, Mesto, Fernandez Mertens. Allenatore: Benitez
Arbitro: Valeri di Roma 6.5
Reti: 13′ pt Hamsik, 24′ pt Paloschi, 28′ pt Callejon, 40′ pt Paloschi; 19′ st Hamsik, 25′ st Higuain
Ammoniti: Rigoni, Britos
Angoli: 3-4.
Recupero: 0′; 4′
Spettatori: 12.000
A sorpresa Benitez, nel suo 4-2-3-1, schiera Insigne al posto di Pandev, con il giovane attaccante, Hamsik e Callejon dietro l'unica punta, Higuain. Difesa a quattro con Maggio, Albiol, Britos e Zuniga. Sannino risponde con un 4-4-2 dove Paloschi, come previsto, vince il ballottaggio in attacco con Pellissier e affianca Thereau. Hetemaj gioca esterno destro, Sestu a sinistra. I primi 20' di gara vedono in campo un grande Napoli che dà la sensazione di poter chiudere presto la partita. Al 9' Puggioni in tuffo salva su un diagonale di Higuain, ma non può nulla al 13' quando un destro dai 25 metri circa di Hamsik s'infila alla sua sinistra.
Il Chievo pareggia al primo tiro in porta. Lancio verso la destra dove Hetemaj non ci pensa due volte e rimette palla in area al volo, col destro. Lì Britos dorme o Reina forse gli chiama il pallone; Paloschi è in agguato e con un tocco fa 1-1. I padroni di casa prendono un po' di coraggio e Dramè con un tiro-cross deviato impegna Reina.
Il Napoli incassa ma reagisce immediatamente e va sul 2-1 al 28': retropassaggio di Hetemaj sulla destra per Sardo, ma Higuain conquista palla, punta il terzino e fa passare la sfera sotto le sue gambe servendo un perfetto assist in area per Callejon che non sbaglia. Secondo gol in due partite di A per il numero 7 azzurro. La partita a questo punto esplode e il Chievo dopo 1' prende un palo con Paloschi che sfrutta un errore difensivo di Maggio.
Al minuto 35 ancora Chievo: bolide di sinistro di Radovanovic da fuori area, Reina respinge in tuffo e poi Thereau, tutto solo, al volo spara sopra la traversa. Sul fronte opposto pregevole triangolo tra Higuain e Hamsik con diagonale del Pipita che fa andare la sfera di pochissimo sul fondo. Al minuto 40 arriva il 2-2: angolo, palla al limite dove Thereau in rovesciata la rimette in area. La raccoglie Paloschi che elude l'intervento di Maggio, se la porta quasi sul fondo destro e beffa Reina. Doppietta per l'attaccante gialloblù.
Nel secondo tempo tornano in campo gli stessi 22 dei primi 45'. Il gioco si blocca e si alternano buone giocate a errori vistosi. Il Napoli non trova spazi e ci prova coi tiri da fuori di Inler, per due volte, senza fortuna. Al 19' però gli azzurri trovano la giocata che incanala il match sul binario giusto: Higuain serve Inler in area, sulla sinistra. Lo svizzero mette il pallone al centro e lì un difensore quasi fa autogol, ma Puggioni para. Sfera che arriva su piedi di Hamsik che non sbaglia.
Benitez cambia qualcosa inserendo Dzemaili per Behrami, Sannino risponde con Acosty per Sestu. Ma chi chiude definitivamente i conti, al 26', è Gonzalo Higuain, sicuramente il migliore in campo: gran palla di Insigne che serve l'argentino centralmente in area. Primo tiro respinto da Puggioni ma il Pipita è ancora lì e, favorito da un rimpallo, segna a porta vuota realizzando così il primo gol in serie A. Sul 4-2 per gli azzurri il Chievo si sgonfia e alza bandiera bianca. Il Napoli non soffre più in difesa e conduce in porto un risultato davvero importante che manda un segnale forte e chiaro alla Juventus: per lo scudetto gli azzurri ci sono.
CHIEVO-NAPOLI 2-4
Chievo (4-4-2): Puggioni 6; Sardo 5, Papp 5,5, Cesar 5,5, Dramè 5,5; Sestu 6 (24′ st Acosty 6), Radovanovic 5,5 (36′ st Improta sv), Rigoni 5,5, Hetemaj 6,5; Thereau 5,5 (30′ st Pellissier sv), Paloschi 7. In panchina: Squizzi, Silvestri, Claiton, Pamic, Frey, Lazarevic, Calello, Samassa, Stoian. Allenatore: Sannino
Napoli (4-2-3-1): Reina 6; Maggio 5, Albiol 6, Britos 5, Zuniga 6; Inler 6, Behrami 5,5 (20′ st Dzemaili 6); Callejon 6,5, Hamsik 7,5 (30′ st Pandev 6), Insigne 6,5; Higuain 7,5 (39′ st Armero sv) In panchina: Rafael, Colombo, Cannavaro, Mesto, Fernandez Mertens. Allenatore: Benitez
Arbitro: Valeri di Roma 6.5
Reti: 13′ pt Hamsik, 24′ pt Paloschi, 28′ pt Callejon, 40′ pt Paloschi; 19′ st Hamsik, 25′ st Higuain
Ammoniti: Rigoni, Britos
Angoli: 3-4.
Recupero: 0′; 4′
Spettatori: 12.000
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