Due colpi di testa, per ricordare al calcio italiano che Luca Toni non ha dimenticato come si fa gol e per urlare sotto la curva che l'Hellas è tornato in paradiso, dopo un purgatorio che non solo sembrava interminabile ma che aveva anche assunto le sinistre sembianze dell'inferno. Due colpi di testa dei suoi, di posizionamento e di furbizia più che di irruenza, da centravanti consumato qual è, e che portano il marchio di fabbrica del calcio di Andrea Mandorlini, l'artefice principale della risalita dagli inferi, proprio lui che in Serie A aveva un ruolino di marcia terrificante (una vittoria in 26 panchine). Due colpi di testa decisivi per piegare il Diavolo, che si nasconderà anche nei dettagli ma in quegli stessi dettagli rischia di perdersi, ancora a caccia di un assetto difensivo credibile e affidabile sui calci piazzati degli avversari. Il Milan cade alla prima giornata su un campo che la sua storia ha sempre descritto come ostico, lanciando pessimi segnali in vista del match di ritorno con il PSV.
Mandorlini non rinnega l'idea di gioco che gli ha permesso di riportare l'Hellas dalla C1 alla massima categoria: squadra corta, una punta centrale, due esterni alti a sobbarcarsi un lavoro enorme nelle due fasi. Toni la spunta su Cacia nel ruolo di unica punta, Allegri risponde con quattro cambi rispetto ad Eindhoven: fuori Emanuelson per scelta tecnica, Muntari per squalifica e il duo Boateng-de Jong (solo in panchina) per ragioni fisiche, dentro Constant, Nocerino, Niang e l'uomo che firma il primo gol della Serie A 2013-14. Minuto 14, Andrea Poli raccoglie alla perfezione il filtrante di Balotelli (applausi ironici costanti del pubblico dopo le recenti polemiche), passa fra Cacciatore e Moras e una volta a tu per tu con Rafael lo batte con un preciso tocco di interno destro. Il Verona, sotto di una rete, abbandona le paure e alza il ritmo del pressing, creando enormi difficoltà a Montolivo, costretto al fallo tattico al 27' per negare la superiorità numerica agli scaligeri in ripartenza: Romulo conclude il contropiede, tiro messo in corner. Proprio da un angolo, tre giri d'orologio più tardi, si materializza il pareggio.
Un cross non irresistibile di Cacciatore dalla trequarti viene deviato da Mexes, il francese completa la frittata sugli sviluppi del piazzato dalla bandierina, calciato ad uscire da Romulo: il centrale perde la marcatura di Luca Toni, a cui non pare vero di poter staccare sul palo lontano in una solitudine per nulla turbata dalla timida presenza di Constant. Incornata nell'angolino basso, Abbiati non può nulla. L'Hellas capisce il momento e continua a forzare il ritmo della contesa, Toni cerca gloria anche da fuori area e col piede meno amato: il suo mancino non è di quelli da incorniciare ma la risposta dell'estremo milanista è sullo stesso livello, Abate si rifugia in angolo. Il Milan prova a prendere coraggio in avvio di ripresa ma ecco riemergere i problemi cronici su palla inattiva. Punizione al minuto 6, Jankovic è uccel di bosco nel cuore dell'area, colpo di testa centrale che Abbiati, il migliore dei suoi, alza sopra la traversa. Il serbo, entrato in ritmo col passare dei minuti, all'ottavo si traveste da uomo assist, scambiando con Romulo in transizione per poi alzare la testa e pennellare di esterno destro sul palo lungo. Difesa posizionata male, Zapata prova la chiusura acrobatica senza successo, l'immortale Toni è lì e non perdona. Altra schiacciata aerea alla destra di Abbiati, il tentativo del portiere è tardivo e il numero 9 gialloblù può volare sotto la curva a festeggiare la rete della vittoria.
Ci si aspetta una risposta del Milan, Allegri la cerca con i cambi: richiamati (e bocciati) Niang, El Shaarawy e Constant, dentro Emanuelson, Petagna e Robinho. L'Hellas finché ha gamba cerca anche il tris in ripartenza. Al 17′ Martinho ignora Toni al termine di una sgroppata sull'out sinistro, tiro-cross respinto da Abbiati. Due minuti prima, sugli sviluppi di un corner, erano stati i rossoneri a rendersi pericolosi: cross di Nocerino, Mexes parte in fuorigioco non segnalato ma grazia gli avversari con un'improbabile rovesciata. Il finale milanista è più di pancia che di testa, Rafael deve mettere i guantoni su un paio di conclusioni da fuori di Montolivo e Balotelli, con quest'ultimo che al 45′ chiede un penalty per contatto con Moras. Più evidente il calcione subito da Toni al 28′, Calvarese lascia correre in entrambi i casi. Mandorlini regala la standing ovation al suo centravanti, Cacia potrebbe trovare gloria dalla panchina ma il suo diagonale viene respinto da Abbiati. Bastano i due colpi di testa per vincere, quelli di Luca Toni, che magari non migliora con gli anni come il vino ma di sicuro non sta diventando aceto. Quelli che fanno sorridere Andrea Mandorlini, quelli che regalano al popolo veronese la certificazione che la discesa agli inferi è un ricordo ormai pallido.
HELLAS VERONA-MILAN 2-1 (1-1)
Verona (4-5-1): Rafael 6.5; Cacciatore 6, Moras 6, Maietta 7, Albertazzi 6.5; Jankovic 6.5, Romulo 6.5, Donati 6 (39' st Hallfredsson sv), Jorginho 6.5, Martinho 6.5 (33' st Gomez sv); Toni 7.5 (40' st Cacia sv). (Mihaylov, Nicolas, Bianchetti, Cirigliano, Grossi, Laner, Sala, Longo, Sgrigna). All.: Mandorlini
Milan (4-3-3): Abbiati 7; Abate 5.5, Zapata 5.5, Mexes 5.5, Constant 5.5 (32' st Robinho 6); Poli 6, Montolivo 5, Nocerino 5; Niang 5 (19' st Emanuelson 5.5), Balotelli 5.5, El Shaarawy 5.5 (19' st Petagna 5.5). (Amelia, Coppola, De Sciglio, Silvestre, Zaccardo, de Jong, Cristante). All.: Allegri
Arbitro: Calvarese di Teramo
Reti: 14′ pt Poli, 30′ pt e 8′ st Toni
Ammoniti: Jorginho, Jankovic, Montolivo e Zapata per gioco falloso, Balotelli per proteste
Recupero: 0 e 4′
Spettatori: 27.000
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