Visualizzazioni

05 luglio 2016

SERIE A - Vecchi loghi


JUVENTUS


MILAN



INTER


ROMA




LAZIO


FIORENTINA

PARMA

NAPOLI

TORINO

GENOA

SAMPDORIA

08 aprile 2016

Curve Serie A 2015/2016

*TUTTE LE FOTO SONO RIFERITE ALLA STAGIONE 2015/2016

ATALANTA
BOLOGNA
CARPI
CHIEVO
EMPOLI
FIORENTINA
FROSINONE
GENOA
INTER
JUVENTUS
LAZIO
MILAN
NAPOLI
PALERMO
ROMA
SAMPDORIA
TORINO
UDINESE
VERONA

25 marzo 2016

LEGGENDE - George Best


"Ho speso molti soldi, per alcool, donne e macchine veloci. Il resto l'ho sperperato"

"Se io fossi nato brutto, non avreste mai sentito parlare di Pelé"

[Su Eric Cantona] "Darei tutto lo Champagne che ho bevuto nella mia vita per poter giocare al suo fianco in una partita di Champions League all'Old Trafford"

"Era il 1976, si giocava Irlanda del Nord - Olanda. Giocavo contro Johan Cruyff, uno dei più forti di tutti i tempi. Al 5° minuto prendo la palla, salto un uomo, ne salto un altro, ma non punto la porta, punto il centro del campo: punto Cruyff. Gli arrivo davanti gli faccio una finta di corpo e poi un tunnel, poi calcio via il pallone, lui si gira e io gli dico: 'Tu sei il più forte di tutti ma solo perchè io non ho tempo'"

“Non so se è meglio segnare al Liverpool o andare a letto con Miss Mondo, menomale che io non ho dovuto scegliere.”

"Ho sentito raccontare molte leggende ai bambini... Alcune di queste riguardavano me"

"Una volta dissi che il Q.I. di Gazza era inferiore al suo numero di maglia e lui mi chiese: "Che cos'è un Q.I.?"

CARRIERA
All'età di 15 anni il suo talento fu notato dall'osservatore del Manchester United, Bob Bishop. Bishop rimase entusiasta delle qualità del ragazzo ed inviò a Matt Busby, allenatore dello United, un telegramma che recitava: “Credo di averti trovato un genio”. Andò quindi a Manchester per effettuare un provino, ma dopo soltanto due giorni venne preso dalla nostalgia di casa e tornò in Irlanda del Nord. Tornò poi a Manchester e passò due anni aggregato alle giovanili dello United come dilettante, in quanto all'epoca ai club inglesi non era concesso offrire contratti validi per le giovanili ai calciatori nordirlandesi. Gli venne quindi trovato un posto come fattorino al Manchester Ship Canal, consentendogli così di allenarsi per due volte a settimana.

Debuttò in campionato all'età di 17 anni il 14 settembre 1963 contro il West Bromwich, partita vinta dai suoi per 1-0. Tornò poi a militare nella squadra riserve fino al 28 dicembre dello stesso anno, quando giocò la sua prima partita in FA Cup in occasione della vittoria per 5-1 contro il Burnley. Quel giorno segnò il suo primo gol con la maglia dei ‘'Red Devils'’. Da quel momento in poi Matt Busby decise di aggregarlo in pianta stabile alla prima squadra e Best terminò la stagione 1963-64 con un totale di 6 reti in 26 presenze fra tutte le competizioni. In quell'anno lo United arrivò al secondo posto in campionato, quattro punti alle spalle dei campioni del Liverpool FC, e vennero eliminati in semifinale di FA Cup dal West Ham. A fine stagione Best fece parte anche dalla squadra giovanile che vinse la FA Youth Cup.

Nonostante gli avversari usassero spesso il gioco duro per provare a frenare la sua maggiore abilità tecnica, Busby lo sottopose a sedute di allenamento “aspre, talvolta brutali” per assicurarsi che fosse in grado di competere anche nelle partite più maschie. Nella stagione 1963-64, la prima disputata interamente in prima squadra, Best diede il suo contributo alla vittoria del campionato, arrivata per differenza reti nel confronto con il Leeds United che terminò l'annata a pari punti. Il Leeds si prese però una sorta di rivincita eliminando lo United alle semifinali di FA Cup. Best terminò la stagione con 14 reti in 59 presenze fra tutte le competizioni. In questa stagione segna anche il suo primo gol nella FA Charity Shield 1965 nella partita conclusasi per 2-2 con il Liverpool.

Astro nascente del calcio inglese, Best ottenne la definitiva consacrazione all'età di 19 anni quando segnò una doppietta nei quarti di finale di Coppa dei Campioni al Benfica, che nei cinque anni precedenti era arrivato per quattro volte alla finale della competizione. Le sue due reti, realizzate entrambe nel primo quarto d'ora di gioco, spinsero lo United ad una vittoria per 5-1 allo Estádio da Luz e valsero alla squadra il passaggio del turno. Best fu elogiato dalla stampa portoghese, che lo definì ‘'il quinto Beatle'’ Il suo talento e la sua personalità cominciarono ad affascinare i media, che gli riservarono sempre più spesso la prima pagina. Tuttavia il 26 marzo Best subì un infortunio al ginocchio per uno scontro con un avversario del Preston North End ed arrivò in cattive condizioni alle semifinali di Coppa, che lo United perse contro il Partizan Belgrado. Non scese più campo per il resto della stagione.

I successi tornarono ad arrivare nel 1966-67, quando lo United si laureò nuovamente campione della First Division. Best commentò la vittoria affermando: “Se i campionati si decidessero unicamente con le partite giocate in casa lo vinceremmo ogni stagione. Questa volta sono state le nostre partite in trasferta a fare la differenza. Siamo riusciti a mantenere la giusta mentalità.” Chiuse la stagione con 10 reti in 45 presenze nelle varie competizioni. Prese in seguito parte al Charity Shield 1967, che fu la prima partita ad essere trasmessa a colori dalla televisione britannica.

Nella stagione 1967-68 aumentò notevolmente la sua media realizzativa, tanto da ottenere il titolo di capocannoniere del campionato a pari merito con Ron Davies del Southampton. Fra le sue reti più importanti ci furono una doppietta che diede allo United una vittoria per 2-0 ad Anfield Road contro il Liverpool ed una tripletta alla penultima giornata, nella vittoria per 6-0 contro il Newcastle. Nonostante ciò il campionato venne vinto dai rivali cittadini del Manchester City, che avevano vinto per 3-1 il derby ad Old Trafford e terminarono la stagione con un vantaggio di due punti in classifica sui Red Devils.

La stagione 1967-68 è però ricordata in particolare per la vittoria della Coppa dei Campioni, la prima per una squadra inglese. Lo United eliminò al primo turno i maltesi dell'Hibernians, poi batté in casa per 2-1 gli iugoslavi del Sarajevo, in una partita nella quale Best fornì a John Aston l'assist per il primo gol e segnò personalmente il secondo. In tale occasione il giornalista Geoffrey Green del Times lo descrisse così: “il centro della scacchiera… un giocatore pieno di fantasia, un giocatore che dona magia a quelli che avrebbero potuto essere capricci”. Nei quarti di finale batté in casa i polacchi del Górnik Zabrze e resistette nella trasferta Stadion Śląski, dove trovò temperature gelide e 105.000 tifosi avversari. Quella partita terminò con una sconfitta per 1-0, ma Best la descrisse come “una delle nostre migliori prestazioni di sempre, date tutte le circostanze sfavorevoli”.

In semifinale lo United incontrò il Real Madrid, sei volte campione della competizione: all'andata Best segnò la rete che valse ai suoi la vittoria per 1-0, con un tiro da lontano descritto da Alex Stepney come una delle sue migliori marcature, poi si rivelò decisivo anche al Bernabéu fornendo a Bill Foulkes il cross per il definitivo 3-3 in rimonta che valeva allo United il passaggio del turno. Al suo ritorno in Inghilterra Best ottenne dalla Football Writers' Association il premio di Calciatore dell'anno, diventando il più giovane della storia ad ottenere tale alloro. La stagione si chiuse poi con la finale di Coppa, in cui incontrò nuovamente il Benfica. Alla vigilia, mentre i suoi compagni riposavano, Best trovò una “maniera diversa di rilassarsi” prima dell'importante partita passando la notte con “una giovane ragazza chiamata Sue”

La finale si trascinò fino ai tempi supplementari, nei quali dopo tre minuti Best si ritrovò solo davanti al portiere avversario José Henrique e lo dribblò con una finta secca prima di depositare la palla in rete. Altri due gol di Brian Kidd e Bobby Charlton fissarono poi il punteggio sul 4-1 che diede alla United la vittoria della Coppa soltanto dieci anni dopo il Disastro aereo di Monaco di Baviera che aveva ucciso quasi tutti i membri della squadra. A fine anno Best venne giudicato il miglior giocatore d'Europa e si aggiudicò il Pallone d'oro.

A soli 22 anni aveva raggiunto il suo picco. Da quel momento cominciò un lento declino. Nel 1968-69 giocò ancora su alti livelli (22 reti in 55 partite totali) e come lui fecero le altre stelle della squadra, Denis Law e Bobby Charlton. Le nuove reclute però non si rivelarono all'altezza e lo United terminò il campionato soltanto in undicesima posizione. Best avrebbe poi avuto occasione di affermare che di avere “la crescente sensazione di essere l'unico in campo a spingere avanti la squadra”.

Nella Coppa Intercontinentale lo United affrontò gli argentini dell'Estudiantes, una squadra famosa l'aggressività dei suoi giocatori al limite del regolamento. Lo United uscì sconfitto per 1-0 dall'Estadio Camilo Cichero e pareggiò per 1-1 il ritorno in casa, partita nella quale Best fu preso a calci e sputi da José Hugo Medina e reagì con un pugno rimediando un'espulsione. In Coppa dei Campioni raggiunse invece le semifinali, dove venne eliminato dal Milan. 

A fine anno Matt Buscby annunciò il ritiro e venne sostituito da Wilf McGuinness. Sotto il nuovo allenatore la squadra migliorò leggermente, pur non riuscendo ad andare oltre l'ottavo posto in campionato. Nella stagione 1969-70 Best segnò un totale di 23 reti, di cui 6 in un a singola partita (la vittoria per 8-2 sul Northampton Town in FA Cup). Questa performance da record gli valse un invito a Downing Street da parte del primo ministro Harold Wilson, che rivelò di essere un suo fan. 

Nel dicembre del 1970 Busby tornò alla guida dello United, ma la stagione terminò ancora una volta con un piazzamento a metà classifica. Gli atteggiamenti di Best cominciarono a diventare problematici: venne multato dalla Football Association per aver riceuto tre cartellini gialli per cattiva condotta e ricevette una sospensione di due settimane dallo United dopo aver perso il treno per una partita a Stamford Bridge dopo aver passato un weekend con l'attrice Sinéad Cusack.

Anche sotto il nuovo allenatore Frank O'Farrell lo United si piazzò all'ottavo posto in campionato, ormai la sua dimensione. Le migliori prestazioni di Best furono due triplette contro West Ham e Southampton ed una rete contro lo Sheffield United arrivata dopo avere dribblato quattro difensori avversari. Tuttavia ricevette anche un cartellino rosso contro il Chelsea, fu oggetto di minacce di morte ed a gennaio rifiutò di allenarsi per una settimana, passato invece in compagnia di Carolyn Moore, Miss Gran Bretagna in carica. Con 27 reti in 54 partite tra campionato e Coppa Best fu comunque il capocannoniere della squadra per la sesta stagione consecutiva.

Al termine dell'annata annunciò il suo ritiro dal calcio, ma nonostante ciò si presentò al ritiro che precedeva la stagione seguente e continuò a giocare. La sua carriera era però ormai agli sgoccioli: lo United conitnuò il suo declino anche nel 1972-73 e Best rifletteva nei suoi comportamenti la frustrazione per questa situazione. Faceva parte della “cricca della vecchia guardia” che rivolgeva a malapena la parola ai nuovi arrivi e a dicembre si rese irrintracciabile per andare a festeggiare fra i nightclub londinesi. Venne sospeso dal club ed inserito nelle liste di trasferimento, per un valore di 300.00 sterline. Quando O'Ferrell venne sostituito dal nuovo allenatore Tommy Docherty Best annunciò per la seconda volta il suo ritiro. Tornò però nuovamente sui suoi passi e riprese ad allenarsi il 27 aprile.

La sua ultima partita ufficiale con il club ebbe luogo il 1º gennaio 1974 a Loftus Road contro il Queens Park Rangers e si risolse in una sconfitta per 3-0. Tre giorni dopo non si presentò a gli allenamenti e Docherty lo eslcuse dalla squadra. Poco tempo dopo Best fu arrestato con l'accusa di aver rubato a Marjorie Wallace una pelliccia, un passaporto ed un libretto degli assegni, ma venne in seguito prosciolto da tutte le accuse. A fine stagione lo United, privo di Best, retrocedette in Second Division.

Sciolto il legame con lo United, Best si ritrovò senza più una squadra a soli 28 anni. Decise però di non lasciare il mondo del calcio e cominciò un lungo periodo in cui girovagò fra varie compagini in quattro continenti diversi, sempre con contratti di breve durata. Andò dapprima in Sudafrica a giocare per il Jewish Guild, dove la sua presenza portò allo stadio migliaia di persone. Scese però in campo soltanto in 5 partite ufficiali e venne aspramente criticato per l'abitudine di saltare molte sessioni di allenamento. Sempre nel 1974 giocò due amichevoli prestagionali con la maglia del piccolo Dunstable Town, una delle quali proprio contro il Manchester United.

Nel novembre del 1975 giocò tre partite nello Stockport County, militante nei bassifondi della quarta serie inglese. Tra il dicembre 1975 ed il gennaio 1976 visse una breve parentesi al Cork City nella League of Ireland. Anche qui la sua presenza attirò un pubblico numeroso, ma rimase soltanto per 3 partite di campionato senza riuscire né a segnare né a fornire buone prestazioni. La società decise pertanto di escluderlo dalla squadra ed interrompere il contratto.

Nel 1976-77 andò a giocare nel Fulham e mostrò qualche miglioramento: pur avendo perso il passo dei tempi migliori, gli rimaneva ancora la tecnica. Al Fulham ebbe occasione di giocare accanto all'ex capitano della Nazionale inglese Bobby Moore. Negli anni seguenti Best affermò di aver apprezzato molto la stagione e mezza passata a Craven Cottage, pur non riuscendo a conquistare alcun trofeo.
Si trasferì quindi negli Stati Uniti, dove il relativo anonimato di cui godeva e la conseguente minor pressione gli permisero di tornare ad esprimersi ad alti livelli. Trattò inizialmente con i New York Cosmos, ma alla fine approdò ai Los Angeles Aztecs. Terminò la sua prima stagione nella NASL con 15 reti in 24 partite, che portarono la sua squadra fino ai quarti di finale. Nel 1977 segnò 11 reti e gli Aztecs si spinsero fino alle semifinali. In entrambe le sue prime due annate americane Best fu nominato anche nella squadra All-Stars del campionato. Il calcio a Los Angeles faticava però ad appassionare il pubblico e la squadra progrediva lentamente, così a metà della stagione 1978 Best si trasferì sulla East Coast, ai Fort Lauderdale Strikers, dove ebbe modo di giocare davanti ad un maggior numero di spettatori.

Mentre gli Aztecs lo sostituirono con Johan Cruijff, a Fort Lauderdale Best si fece la fama di serio professionista, ancora capace di imprimere la svolta ad una partita. Nonostante la stampa inglese parlasse della sua esperienza americana come di una sorta di vacanza, Best ci teneva ancora molto ai risultati sportivi e ruppe con gli Strikers dopo una sconfitta per 3-0 con i New York Cosmos, al termine della quale aveva litigato con l'allenatore ed i compagni mettendo in discussione la loro voglia di vincere.

Tornò allora nel Regno Unito, firmando un contratto a gettone per gli scozzesi dell'Hibernian che fece molto scalpore. Qui le cose non andarono bene, sia a livello personale che di squadra: mentre i suoi lottavano per non retrocedere Best si fece sorprendere ubriaco assieme ad alcuni membri della Nazionale francese di Rugby, che si trovava ad Edimburgo per giocare contro la Scozia, e venne licenziato dal club. Riassunto dopo una settimana, fece aumentare notevolmente l'affluenza di pubblico allo stadio ma non riuscì ad evitare ai suoi la retrocessione.

In estate fece ritorno in America, firmando un contratto per i San Jose Earthquakes in una NASL già in calo di popolarità. Vi rimase per due stagioni, giocando sia il campionato regolare che quello indoor. Nel 1982 si recò brevemente ad Hong Kong per giocare come ospite per due team locali, il Sea Bee e gli Hong Kong Rangers. A fine anno Best, ormai trentaseienne, fece ritorno per un'ultima volta in Inghilterra per giocare in terza divisione con il Bournemouth, rimandendovi fino alla fine della stagione.

Andò poi a chiudere definitivamente la carriera in Australia, con la maglia dei Brisbane Lions, anche se poi ebbe modo di giocare singole partite come ospite per Osborne Park Galeb, Nuneaton Burough, Tobermore United.

STATISTICHE
  • MANCHESTER UNITED: 473 (181)
  • LOS ANGELES AZTECS: 61 (29)
  • FULHAM: 47 (10)
  • FORT LAUDERDALE STRIKERS: 33 (8)
  • HIBERNIAN: 19 (3)
  • SAN JOSE EARTHQUAKES: 56 (21)
TOTALE: 706 (256)

NAZIONALE NORDIRLANDESE: 37 (9)

VIDEO
LE MIGLIORI GIOCATE

MIGLIORI 10 GOL

BEST'S BEST GOAL 

LEGGENDE - Johan Cruyff


"Non penso che arriverà il giorno in cui, quando si parla di Cruyff, la gente non saprà di cosa si stia parlando"

"Il calcio consiste fondamentalmente in due cose. La prima: quando hai la palla, devi essere capace di passarla correttamente. La seconda: quando te la passano, devi saperla controllare. Se non la puoi controllare, tantomeno la puoi passare"

"Io ho fortuna, ma Dio sta con me"

"Sono riuscito a vederlo solo al tramonto, ma mi è sembrato un giocatore fantastico. Era più veloce degli altri, sia fisicamente che mentalmente, e sfruttava bene le sue doti. Accelerava come Caniggia, da uno a cento e poi frenava. E aveva una visione del campo impressionante. Qualche volta ha detto delle fesserie su di me, senza conoscermi bene" (Diego Armando Maradona)

CARRIERA
Se è vero che ogni rivoluzione ha un volto, anche il Sessantotto calcistico ebbe il suo "Che". Nien­te barba, niente sigaro, faccia da beatle piuttosto, per il condottiero di una rivol­ta senza barricate: la rivoluzione arancione del calcio totale. Johan Cruyff fu l'alfiere del nuovo corso varato da Michels e proseguito da Kovacs all'Ajax degli ultimi anni Sessanta. L'uto­pia di un calcio fatto di movimenti in­cessanti, di alternanza nei ruoli, di gio­catori capaci di uscire dalle rigide clas­sificazioni degli spartiti tradizionali, trovò in lui l'interprete capace di tradur­la in realtà. In che ruolo gioca Giovanni il Grande? Impossibile spiegarlo secon­do i vecchi criteri. È un attaccante, sì, ma senza fissa dimora: svaria, rientra, difende, imposta, conclude. Il tutto a ve­locità doppia rispetto a quella dei suoi colleghi.

Non esistono modelli a cui ri­condurre un giocatore che si distingue anche dal numero: non gli bastano quelli dall'1 all'11 ; Cruyff per tutta la carriera indosserà il 14, intimo riferi­mento al primo successo. Aveva 14 an­ni quando vinse, con l'Ajax il suo primo titolo giovanile. Johan era un "lanciere" dalla nascita: i suoi genitori abitavano a due passi dallo Stadion De Meer, in cui lui entrò per la prima volta a 4 anni. Al­la morte del padre ne aveva 12 e fu praticamente adottato dall'Ajax, che aveva assunto la madre come lavan­daia. Il ragazzino aveva talento e sgu­sciava tra gli avversari a una velocità sorprendente, ma era fragile come un cristallo. 

Fu addirittura Vìe Buckingham, allenatore della prima squadra, a prendersene cura, impostando per lui uno specifico programma di rafforza­mento. Quando, nel 1966, Michels ap­prodò ad Amsterdam, si ritrovò per le mani un campione dician-novenne che aveva già un posto stabile nell'Ajax e da poco si era affacciato alla Nazionale. Il burbero Rinus non chiedeva di meglio: il suo progetto pretendeva giocatori giovani e di talento, il vivaio dei Lancie­ri gli mise sul piatto, oltre a Cruyff, gen­te del calibro di Krol, Haan, Keizer, Suurbier, Neeskens e Rep.

L'Ajax coglierà i frutti del nuovo cor­so nel giro di tre anni: il 28 maggio 1969 i Lancieri approdano per la prima volta alla finale di Coppa dei Campioni. Ma a Madrid l'eroe è Pierino Prati che con tre gol regala la coppa al Milan (4-1). L'Ajax però è una squadra giovanis­sima, il suo tempo deve ancora venire. E infatti, due anni dopo, si replica: nel 1971 il ventiquattrenne Cruyff è già un'attrazione nel panorama calcistico internazionale. A Wembley, contro il Panathinaikos, l'Ajax apre un ciclo irripe­tibile. Dopo il 2-0 ai greci, arriveranno il bis e il tris. Nel 1972 una  doppietta del "Papero d'oro" piegherà l'Inter di Mazzola e Boninsegna; nel 73 sarà Rep, dopo appena 4', a segnare a Zoff il gol de­cisivo: Ajax-Juve 1-0.
Nel frattempo, con l'Intercontinentale del 1972, era arrivata anche la consacrazione mondiale. Una serie di trionfi che aveva consentito a Johan di vincere per due vol­te il Pallone d'Oro, impresa riuscita fino ad allora solo al grande Di Stefano. Bella storia, quella dell'Ajax e del suo figlioletto cresciuto amorevol­mente a pane e pallone. Storia breve, però, e senza lieto fine: il ragazzino cre­sce e non resta insensibile al richiamo della moneta sonante. Da Barcellona sparano una cifra all'epoca iperbolica: l'equivalente di tre miliardi di lire. Il 19 agosto 1973 Cryjff gioca la sua ultima partita con i Lancieri, saluta, ringrazia e parte per la Spagna. La Catalogna im­pazzisce: 55.000 abbonamenti vengo­no bruciati in pochissimi giorni.   

Il Profeta non delude: quando al Nou Camp arriva l'odiato Real, simbolo del centralismo franchista, il Barga lo tra­volge con cinque gol e si avvia a vince­re un titolo che sulle ramblas non fe­steggiavano da 14 anni. Il Mondiale te­desco è alle porte, il Mondiale di Cruyff e dell'Arancia Meccanica, dicono tutti. Ma Johan ha sempre avuto un rap­porto difficile con la Nazionale. Orgo­glioso e dispotico, il principe non ha mai digerito l'affronto che la Federazione gli aveva fatto otto anni prima. Alla secon­da presenza in Nazionale, il 6 novembre 1966, era riuscito in un'impresa storica: primo giocatore espulso nel lungo cammino degli Orange. Il record gli costò un anno di squalifica, sanzione che peraltro venne immediata­mente attenuata, ma che la­sciò il segno sull'umore mai particolarmente stabile di Re Giovanni. Cruyff da quel mo­mento in poi si sarebbe con­cesso con molta parsimonia alla Nazionale, soprattutto dopo il trasferimento in Spagna. Così il Mondiale della definitiva consacra­zione in realtà consacrò soltanto il pragmatismo vecchio stam­po della Germania Ovest di Beckenbauer e di Berti Vogts, mastino ringhio­so che nella finalissima non concesse un centimetro all'estro di Cruyff.

La delusione fu ricompensata pochi mesi dopo dall'assegnazione del terzo Pallone d'Oro, un primato che sarebbe stato eguagliato più avanti soltanto da Platini e Van Basten. Il traballante ma­trimonio con la Nazionale si concluse dopo tre stagioni: questione di soldi, tanto per cambiare. Nel 78, a 31 anni, Cruijff, che nel frattempo ha sposato la figlia di un ricco mercante di diamanti, non insegue più la gloria, ma gli ingag­gi. Lascia anche il Barcellona e per tre stagioni gira in lungo e in largo gli Stati Uniti, il nuovo Eldorado. 

Torna nel vec­chio continente nell'81 e gioca una par­tita - al Mundialito per club - col Milan. Cruyff, però, non è più il fulmine di guer­ra di un tempo e si deve accontentare di un contratto a gettone (dieci partite in tutto) con il Levante, seconda divisione spagnola.

A fine stagione, l'ultimo colpo di teatro: Cruyff torna all'Ajax. Giusto il tempo di vincere altri due titoli olandesi (in tutto fanno otto), prima di consuma­re, a 36 anni suonati, l'ultimo tradimen­to: chiudere la carriera con la maglia dei rivali di sempre, il Feyenoord. Anche come allenatore Cruyff ha tagliato traguardi molto prestigiosi. Ha guidato l'Ajax dal 1986 al 1988 e il Barcellona dal 1988 al 1996. Con gli spagnoli ha vinto quattro scudetti, una Coppa dei Campioni e una Coppa delle Coppe. 

STATISTICHE
  • AJAX: 365 (267)
  • BARCELLONA: 184 (61)
  • FEYENOORD:  44 (13)
TOTALE: 662 (369)

NAZIONALE OLANDESE: 48 (33)

VIDEO
LE MIGLIORI GIOCATE

I MIGLIORI GOL

L'OLANDA DEL '74

24 marzo 2016

LEGGENDE - Dejan Savićević


"Albertini, lancio a cercare Savićević, è in vantaggio Nadal. Eh, Savićević gli ruba la palla... e poi... segna un gol incredibile! Strepitoso il gol di Savićević... eccezionale prodezza... ci lascia veramente di stucco! 3 a 0 per il Milan e Savićević incredibile!" (Bruno Pizzul) [Milan-Barcellona, 18 maggio 1994]

CARRIERA
Di piede mancino, era specializzato in grandi giocate e dribbling. Per la sua notevole imprevedibilità e fantasia fu ribattezzato Il Genio.

Messosi in luce nel Budućnost Titograd dal 1982 al 1988, a 22 anni è ingaggiato dalla Stella Rossa. Nella partita valida per il ritorno degli ottavi di finale della Coppa dei Campioni 1988-1989 disputata il 9 novembre 1988 a Belgrado fra Stella Rossa e Milan e che viene sospesa per nebbia al 57' sul risultato di 1-0 per i padroni di casa, è proprio Savićević a segnare il momentaneo gol del vantaggio contro la sua futura squadra. Con la Stella Rossa Belgrado Savićević vince una coppa nazionale e tre scudetti.

Elemento chiave della Stella Rossa che si aggiudica la Coppa dei Campioni 1990-1991, nel 1991 stagione Savićević giunge secondo nella classifica del Pallone d'Oro dietro a Jean Pierre Papin. A dicembre, sempre con la squadra di Belgrado, vince anche la Coppa Intercontinentale.

L'anno successivo approda al Milan di Fabio Capello per 10 miliardi di lire. Nella squadra rossonera milita per sei stagioni, dal 1992 al 1998, vincendo tre scudetti, tre Supercoppe italiane, una Supercoppa UEFA ed una Champions League. Il suo esordio in Serie A è datato 13 settembre 1992. Nella prima stagione segna una doppietta decisiva per la vittoria casalinga messa a segno contro la Fiorentina.

Nella stagione successiva, durante la finale di Champions League disputata ad Atene, in cui il Milan batte per 4-0 il Barcellona, Savićević segna il gol del 3-0 al 47' con un pallonetto di sinistro e fornisce inoltre anche l'assist a Daniele Massaro per il gol dell'1-0.

Segna il suo ultimo gol in maglia rossonera l'8 gennaio 1998 nel derby di andata contro l'Inter, valido per i quarti di finale di Coppa Italia 1997-1998 e che si chiude con lo storico punteggio di 5-0 per il Milan. Chiude l'esperienza milanista con un bilancio totale di 144 presenze e 34 gol.

Dopo essere stato inattivo dal giugno 1998 al gennaio 1999, gioca per cinque mesi nella Stella Rossa, dove aveva iniziato la sua carriera.

Con la squadra di Belgrado gioca 3 partite, prima di disputare le sue ultime due stagioni (dal 1999 al 2001) nel Rapid Vienna, la sua ultima squadra prima del ritiro, avvenuto anche a causa di svariati problemi fisici.

STATISTICHE
  • BUDUCNOST: 130 (44)
  • STELLA ROSSA: 105 (40)
  • MILAN: 97 (20)
  • RAPID VIENNA: 45 (19)
TOTALE: 377 (123)

NAZIONALE JUGOSLAVA: 56 (22)

VIDEO
TUTTI I GOL

TOP 10 GOL

LE MIGLIORI GIOCATE

GOL SAVICEVIC MILAN-BARCELLONA 4-0

18 marzo 2016

LEGGENDE - Éric Cantona



"Quando i gabbiani seguono il peschereccio è perché pensano che delle sardine stanno per essere gettate in mare"

 "Non c'è sconfitta nel cuore di chi lotta"

"Credo che Raymond Domenech sia il peggior allenatore del calcio francese da Luigi XVI"

"Il mio momento più bello? Ho un sacco di bei momenti, ma quello che preferisco è quando ho dato quel calcio all'hooligan del Crystal Palace"

"Tratta il pallone come una ragazza: accarezzalo"

"Sono molto orgoglioso che i tifosi cantino ancora il mio nome allo stadio, ma ho paura che un domani loro si fermino. Ho paura perché lo amo. E ogni cosa che ami, hai paura di perderla"


CARRIERA
Il primo club di Éric Cantona fu l'Auxerre, dove trascorse due anni nelle giovanili prima di fare il debutto nella squadra professionistica.

La sua carriera si arrestò momentaneamente nel 1984, a causa della chiamata del servizio di leva francese. Dopo aver passato il suo periodo militare, fu prestato al Martigues, nella seconda divisione francese. Tornò all'Auxerre nel 1986 e firmò il suo primo contratto professionistico.

Subito dopo il successo al campionato europeo Under-21 del 1988 si trasferì all'Olympique de Marseille, squadra per cui tifava da ragazzo, grazie ad un trasferimento per una cifra record per il mercato francese. Con la sua nuova squadra, Cantona dimostrò di avere un temperamento impulsivo, che lo portò ad avere diversi problemi per tutta la sua carriera: in un'amichevole del gennaio 1989 contro la Torpedo Mosca, gettò a terra la sua maglia nel momento in cui venne sostituito e il club decise di sospenderlo per un mese. Subito dopo il suo rientro, venne sospeso dalle competizioni internazionali per aver insultato il commissario tecnico della Nazionale durante uno show televisivo.

Dopo questi problemi, venne spedito in prestito prima al Bordeaux per il resto del 1989 e poi al Montpellier per tutta la stagione 1989/1990. Durante il prestito al Montpellier, fu coinvolto in una rissa con il compagno di squadra Jean-Claude Lemoult e lo colpì con un calcio in faccia. L'incidente portò sei membri della squadra a chiedere di mettere Cantona fuori rosa, ma grazie all'appoggio di alcuni leader dello spogliatoio come Laurent Blanc e Carlos Valderrama, il club decise di lasciare in squadra il calciatore perché ritenuto fondamentale. Il Montpellier vinse poi la Coppa di Francia e le prestazioni di Éric convinsero il Marsiglia a chiedere la restituzione dal prestito.

Tornato a Marsiglia, Cantona giocò inizialmente sotto gli ordini del nuovo tecnico della squadra Franz Beckenbauer. Comunque, il presidente del Marsiglia non fu soddisfatto dai risultati e decise quindi di sollevare Beckenbauer dall'incarico per mettere al suo posto Raymond Goethals. Goethals non andò mai d'accordo con Cantona che, nonostante avesse aiutato la sua squadra a vincere il campionato, fu ceduto al Nîmes Olympique per la stagione successiva.

Nel dicembre 1991, durante un match col Nîmes, arrabbiatosi per alcune delle decisioni dell'arbitro, gli lanciò addosso la palla. Venne punito dalla Federcalcio francese e sospeso per un mese. Cantona si arrabbiò con i membri della commissione che lo avevano squalificato, definendoli tutti idioti. Per tutta risposta, la commissione gli aumentò la squalifica a tre mesi. Questa decisione portò Cantona, sempre nel dicembre 1991, ad annunciare il suo ritiro dal calcio giocato. Durante il periodo lontano dal calcio, si dedicò all'arte, in particolar modo alla pittura.

Il commissario tecnico della Nazionale francese, Michel Platini, convinse però Cantona a ripensarci, essendo un suo accanito tifoso. Su invito di Gérard Houllier, si trasferì in Inghilterra per ricominciare la sua carriera.

Il 6 novembre 1991 gli inglesi del Liverpool vennero in Francia per disputare una partita nel secondo turno della Coppa UEFA contro l'Auxerre. Al termine dell'incontro, Michel Platini parlò di Cantona a Graeme Souness, all'epoca tecnico dei Reds, spiegandogli che conosceva un giocatore francese che avrebbe potuto giocare nel Liverpool. Souness, che conosceva le qualità di Cantona, ringraziò Platini ma gli spiegò che non voleva avere alcun tipo di problema nello spogliatoio e con la stampa, declinando quindi l'offerta. 

Nel gennaio 1992, Cantona andò in Inghilterra per effettuare un provino con lo Sheffield Wednesday, allenato da Trevor Francis. Gli venne offerto un secondo provino, ma ciò provocò il risentimento del giocatore, che si ritenne offeso e decise di firmare per il Leeds United, diventando una colonna della squadra che vinse il titolo nel 1992. Fu decisivo anche nella vittoria per 4 a 3 sul Liverpool nel Charity Shield, segnando una tripletta.

Lasciò comunque il Leeds, da campione d'Inghilterra, prima della fine della stagione 1992/1993, trasferendosi al Manchester United nel novembre 1992, per un trasferimento dal prezzo contenuto, 1,2 milioni di sterline. Si guadagnò anche l'odio sportivo dei tifosi del Leeds, che se la presero anche con il tecnico Howard Wilkinson, colpevole, ai loro occhi, di averlo lasciato andare.

Esordì con il Manchester United a Lisbona contro il Benfica, in un incontro amichevole per festeggiare il cinquantesimo compleanno di Eusébio. Il suo debutto in partite ufficiali arrivò il 6 dicembre 1992, nel secondo tempo della partita tra Manchester United e Manchester City, vinta dai Red Devils per 2 a 1.

La stagione dello United fu piena di problemi, soprattutto in attacco: Brian McClair e Mark Hughes erano fuori forma, mentre l'acquisto estivo Dion Dublin si ruppe una gamba all'inizio della stagione. Nonostante tutto, però, Cantona aiutò la sua squadra a risolvere questo problema, non segnando molto ma creando tantissime occasioni da goal per i suoi compagni di squadra. La prima rete di Éric arrivò il 19 dicembre 1992, nel pareggio per 1 a 1 con il Chelsea a Stamford Bridge. Ma fu contro il Tottenham che Cantona mostrò a tutti la sua classe: segnò una rete e aiutò i suoi compagni a segnare nel 4 a 1 finale. Nei successivi due anni, lo United iniziò una corsa fantastica che lo portò a vincere l'edizione inaugurale della Premier League del 1993.

Anche nella stagione successiva, il Manchester United vinse il campionato e, grazie a una doppietta su rigore di Cantona che sancì il 4 a 0 sul Chelsea, si aggiudicò anche l'FA Cup. Éric fu poi votato giocatore dell'anno della PFA. Comunque, la stagione fu pesante dal punto di vista disciplinare: venne infatti espulso ben quattro volte.

Nel campionato successivo, Cantona fece crescere ancora la sua popolarità, anche se per un evento assolutamente negativo: durante una partita in trasferta contro il Crystal Palace, venne espulso dall'arbitro per aver colpito con un calcio il difensore avversario Richard Shaw che lo aveva trattenuto. Quando si avviò negli spogliatoi, colpì con un calcio in stile Kung-fu un tifoso del Crystal Palace, Matthew Simmons. Il tifoso fu successivamente processato per aver insultato il francese e fu condannato a sette giorni di carcere, anche se uscì soltanto ventiquattro ore dopo la sentenza.

Fu rinviato a giudizio ed il processo divenne un caso mediatico. In primo grado fu condannato a due settimane di carcere, sentenza ridotta in appello a 120 ore di servizio civile. Fu poi sospeso dalla Federcalcio inglese per nove mesi, fino all'ottobre successivo. Il Manchester United perse il campionato, che fu vinto a sorpresa dal Blackburn.

Durante la sua assenza, ci furono molte polemiche sull'opportunità della sua permanenza allo United. Fu Alex Ferguson a chiudere le polemiche convincendolo a restare. In estate la squadra decise di vendere alcune delle sue stelle per puntare su dei giocatori del vivaio. All'inizio del campionato 1995/96 le prospettive per il Manchester non erano favorevoli. Ci fu grande attesa, però, per il ritorno in campo di Cantona, avvenuto contro il Liverpool il 1º ottobre 1995. Durante la partita, Éric permise a Nicky Butt di segnare un gol e poi realizzò un rigore che si era procurato Ryan Giggs. 

Otto mesi di inattività, ovviamente, influirono sulla condizione fisica dell'attaccante, e il francese tornò in forma intorno al periodo natalizio. Aiutò la sua squadra ad avvicinarsi alla testa della classifica con la vittoria per 1 a 0 contro il Newcastle United, dopo che lo United si era trovato, nel corso della stagione, a dodici punti dalla vetta. Fu però con la vittoria per 3 a 0 al Riverside Stadium, contro il Middlesbrough, che fu deciso il campionato. 

Nella stessa stagione, il Manchester vinse anche l'FA Cup, battendo in finale il Liverpool per 1 a 0, proprio grazie a una rete di Cantona, che resterà probabilmente uno dei suoi gol più famosi. Il francese divenne quindi il primo straniero a vincere l'FA Cup da capitano di una squadra inglese. Il Man Utd fu anche la prima squadra inglese ad ottenere per due volte il Double (già raggiunto infatti due anni prima) ossia l'accoppiata campionato-coppa.

Cantona galvanizzò tutto l'ambiente, formato da stelle ormai affermate come Ryan Giggs e nuovi talenti come David Beckham, Paul Scholes e Gary Neville, che si stavano affacciando in prima squadra. Lo United vinse anche il titolo nel 1997, che per Cantona fu il quarto campionato vinto con il Manchester in cinque stagioni (sesto campionato in sette stagioni se si considerano le vittorie con il Marsiglia e con il Leeds). In sostanza, Cantona non vinse il campionato soltanto nell'anno della sua squalifica. 

Dopo l'eliminazione dalla Champions League nelle semifinali ad opera del Borussia Dortmund, Cantona annunciò il suo ritiro dal calcio giocato al termine della stagione, a soli trent'anni. La notizia portò molto sconcerto tra i tifosi del Manchester. La sua ultima partita ufficiale fu contro il West Ham, l'11 maggio 1997. Giocò anche una partita di beneficenza per David Busst contro il Coventry City ad Highfield Road, in cui Éric segnò una doppietta che sancì il 2 a 2 finale. Per i Red Devils, Cantona segnò 64 reti in Premier League, 11 reti nelle coppe nazionali e 5 reti in Champions League.


STATISTICHE
  • AUXERRE: 70 (22)
  • MARTIGUES: 15 (4)
  • MARSIGLIA: 42 (14)
  • BOURDEAUX: 11 (6)
  • MONTPELLIER: 33 (10)
  • NIMES: 17 (2)
  • LEEDS: 35 (14)
  • MANCHESTER UNITED: 185 (82)
TOTALE: 428 (156)

NAZIONALE FRANCESE: 45 (20)


VIDEO
MIGLIORI GOL E GIOCATE

TOP 10 GOL

IL CALCIO AL TIFOSO DEL CRYSTAL PALACE